Viviana Parisi, l’accusa dell’avvocato del marito: “Prove modificate”

Secondo i periti della famiglia di Viviana Parisi, l’ormai noto furgone si è schiantato contro l’auto della dj morta nei pressi di Caronia. 

“Sia l’auto di Viviana Parisi sia il mezzo degli operai dell’autostrada erano in movimento il 3 agosto. E’ probabile che abbia tentato di invadere la corsia di sorpasso investendo l’auto della donna”. E’ quanto affermano Carmelo Costa e Giuseppe Monfreda, consulenti delle famiglie Mondello e Parisi dopo aver analizzato le vetture insieme ai tecnici della procura di Patti (Messina). La Procura frena, parlando di “ipotesi azzardata”, ma tant’è.

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Gli ultimi sviluppi del caso Viviana Parisi

Stando ai primi riscontri dei periti, il seggiolino su cui viaggiava il piccolo Gioele era slacciato e non attaccato all’auto, per cui è probabile che nell’incidente il piccolo sia rimasto gravemente ferito. A detta dei tecnici il seggiolino in questione non “era utilizzabile, quindi Gioele non era lì, era seduto da un’altra parte nell’auto”. Quanto al furgone con cui l’auto di Viviana Parisi si è scontrata, “abbiamo esaminato tutti i danni, il camion aveva già subito delle riparazioni perché era stato sequestrano non nell’immediatezza, ma solo il 10 agosto. Fortunatamente la porta coinvolta nell’incidente non aveva subito riparazioni quindi abbiamo potuto fare le nostre analisi”.

Il procuratore di Patti Angelo Cavallo, dal canto suo, dichiara che “dopo gli esami che si sono svolti oggi da parte dei nostri consulenti sui mezzi coinvolti nell’incidente tra l’auto guidata da Viviana Parisi e il furgone degli operai che si occupavano della manutenzione in autostrada lo scorso 3 agosto non escludo niente, ancora tutte le ipotesi sono aperte”. “Aspettiamo l’esito delle consulenze – aggiunge -, mi sembra quanto meno azzardato trarre conclusioni da eventuali dichiarazioni di consulenti che hanno appena iniziato il loro lavoro”.

Ma l’avvocato Pietro Venuti, che assiste di Daniele Mondello, punta l’indice sui ritardi nel sequestro del furgone: “E’ emerso un aspetto molto grave che mi è stato riferito dal nostro consulente e cioè che mentre giustamente l’auto di Viviana è stata sequestrata il 3 agosto, il camion dove si trovavano a bordo i tecnici che si occupavano di manutenzione delle autostrade con il quale ha avuto l’incidente è stato sequestrato solo il 10 agosto e sembra già avessero cominciato delle riparazioni”. “Quello che è emerso – sottolinea – non ci fa stare tranquilli, potrebbe infatti essere stata modificata una prova che riteniamo fondamentale per accertare la verità sulla dinamica dell’incidente”.

Lo stesso legale rimarca che “dagli esami svolti sulla macchina di Viviana Parisi, sul furgone degli operai dell’autostrada, e nella galleria Pizzo Turda a Caronia non possiamo ancora escludere che il piccolo Gioele sia morto per un colpo avvenuto durante l’incidente che gli avrebbe potuto causare una emorragia celebrale e lo avrebbe fatto morire dopo nelle campagne di Caronia”. “È emerso anche – continua – che la galleria non era completamente illuminata, un aspetto increscioso. Aspettiamo ulteriori esami sul GPS del furgone degli operai per capire a che velocità andavano loro e l’auto di Viviana e se siano stati loro ad essere andati a sbattere contro l’auto della cambiando corsia. Tutti questi ulteriori esami potranno farci arrivare alla verità sull’incidente, comunque da quello che è emerso ritengo che gli operai non possano essere considerati testimoni attendibili sulla dinamica”.

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EDS

Viviana Parisi

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