Dottoressa lancia l’allarme: “Farmaci salvavita esauriti, mia figlia poteva morire”

Una dottoressa ha lanciato un allarme, spiegando come in tutta Italia ci sia carenza di un farmaco per l’epilessia necessario alla figlia.

sclerosi tuberosa, epilessiaStiamo vivendo un periodo storico particolare, in cui, se ci va bene, viviamo con l’angoscia che un nostro caro possa prendere il Coronavirus e sviluppare dei sintomi gravi. Con il passare dei mesi, per resilienza e necessità, abbiamo imparato a convivere con questa spada di Damocle sulla testa, ma non bisogna dimenticare che ci sono altre problematiche preesistenti e malattie che necessitano di cure costanti.

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Lo sa bene Gabriella La Rovere, dottoressa umbra e mamma di una ragazza affetta da sclerosi tuberosa, una malattia rara che causa anche forti attacchi di epilessia. Per contrastare le crisi la giovane ha lottato molto, anche perché la sua patologia è farmaco resistente e ne esiste solo uno (per il momento) che abbia fatto effetto: Depakin Chrono 500. Si tratta dunque di un farmaco salvavita, la cui mancanza potrebbe essere letale per il soggetto che ne fa costante uso.

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Dottoressa lancia l’allarme: “I farmaci salvavita di mia figlia esauriti”

In una lettera di denuncia pubblicata dal ‘Corriere della Sera’, la donna spiega come qualche giorno fa abbia rischiato di non trovare il farmaco necessario alla sopravvivenza della figlia. Quando arriva nella prima farmacia, la dottoressa riceve una notizia che la manda comprensibilmente nel panico: “La farmacista, con estrema nonchalance e quasi ripetendo un copione già detto, mi dice che i depositi in tutta l’Umbria — dove io risiedo — sono privi del farmaco, che forse ci sarà fra una settimana e che avrei dovuto prenotarlo”.

La dottoressa quindi spiega: “non è pensabile non avere a disposizione una sostanza senza la quale l’esistenza di mia figlia potrebbe essere in serio pericolo”. La mamma preoccupata ha cominciato a girare per tutte le farmacie della zona e sarebbe stata disposta pure ad andare in un’altra regione, per fortuna una farmacista le ha risolto il problema: “Mi ha aiutata facendo delle ricerche nel database e sono riuscita a trovare le scatole prescritte in una farmacia comunale, non proprio dietro l’angolo”.

Problema risolto, ma solo momentaneamente visto che dopo ha scoperto che del farmaco c’è carenza un po’ in tutta Italia: “ho scoperto che lo stesso problema era presente a Latina, che durante il lockdown (e sottolineo il periodo!) il farmaco era introvabile niente meno che a Roma, che il mese scorso non si trovava in tutta la Sicilia”.

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