Università di Padova: le piante possono contare e prendere decisioni

Arriva dall’Università di Padova il risultato di un esperimento secondo il quale le piante sarebbero in grado di adempiere funzioni cognitive.

Il sensazionale esperimento condotto dagli esperti dell’Università di Padova ha finalmente dato i suoi frutti. Proviene dai ricercatori Italiani l’ipotesi che le piante e i vegetali, organismi non dotati di organo cerebrale, siano in realtà capaci a tutti gli effetti di adempiere funzioni di tipo cognitivo. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere.

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Proprio così, secondo la teoria formulata dai ricercatori, le piante e i vegetali sarebbero in grado di contare, riconoscere i propri parenti, e prendere decisioni. I risultati dell’esperimento condotto dall’Università di Padova sono stati divulgati dalle riviste scientifiche Journal of Comparative Psychology, Psychological Bulletin & Reviews, e Nature-Scientific Reports e Psychological Bulletin.

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Lo studio è stato condotto focalizzandosi sulle risposte delle piante e dei vegetali agli stimoli di tipo esterno. È risultato che queste sono in grado di adempiere funzioni di tipo cognitivo. Umberto Castiello, dell’Università di Padova, ha rilasciato qualche dichiarazione in merito. “Sono sempre più numerose le prove a sostegno delle teorie che vedono le piante in grado di rispondere in maniera complessa agli stimoli, comunicando, ricordando, decidendo e persino contando“.

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Il team di esperti ha condotto i propri esperimenti in gran parte sulla dionea, comunemente conosciuta come Venere Acchiappamosche. Quest’ultima, a quanto pare, sarebbe in grado di contare i passi compiuti dalla preda. “Abbiamo notato che la pianta intrappola la preda solo quando l’insetto la innesca due volte entro un tempo massimo di 20 secondi, il che suggerisce che le piante possono ricordare il primo segnale per un breve periodo”, ha spiegato il ricercatore.

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Le piante possono ricordare: studio condotto sulla mimosa in fiore

Oltre alla Venere Acchiappamosche, anche la mimosa in fiore è stata tenuta in considerazione come oggetto di esperimento. Il ricercatore dell’Università di Padova Umberto Castiello ha rilasciato qualche dichiarazione in merito. “Abbiamo dimostrato che la pianta in fiore di mimosa può ricordare di essere caduta“, ha raccontato l’uomo. “Abbiamo lasciato cadere la pianta da un minimo di sei fino a un massimo di 60 volte da un’altezza minima, e alla fine dell’esperimento la mimosa non ha più piegato le foglie in risposta difensiva, dopo aver compreso che non avrebbe avuto conseguenze nel cadere da quella altezza.”

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