Mogol, la stroncatura inaspettata di Lucio Battisti: ecco le sue parole

Il grande paroliere Giulio Rapetti alias Mogol rivela un retroscena inedito sul suo primo incontro con Lucio Battisti. 

Mogol, al secolo Giulio Rapetti, è indubbiamente uno dei più grandi autori di testi per canzoni di tutti i tempi. I suoi brani sono entrati nella storia della musica leggera e, soprattutto, nelle nostre vite, attraversando intere generazioni senza perdere il loro senso più autentico. Tutti sanno che il suo nome è legato a doppio filo a quello del grande Lucio Battisti. Non tutti sanno, invece, che il loro primo incontro sfociò in una stroncatura (o quasi) del cantante da parte del paroliere…

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Lucio Battisti nello struggente ricordo di Mogol

Mogol ricorda benissimo il giorno in cui conobbe Lucio Battisti. “Me lo portò a casa una mia cara amica parigina, che si occupava di edizioni musicali e stava cercando un musicista italiano da promuovere in Francia – ha spiegato il paroliere al Corriere della Sera -. Mi fece ascoltare le sue canzoni, che non erano un granché e io lo dissi chiaramente a quel ragazzo”. Lui, però, non ci rimase troppo male. “Mi fece un sorriso luminoso, dicendo: sono d’accordo. La mia amica invece rimase male e io, per metterci una pezza, invitai Lucio a venirmi a trovare, per lavorare a qualcosa insieme. Nacquero le prime tre canzoni, la terza era 29 settembre“.

In quel periodo – parliamo degli anni ’70 – andavano di moda le canzoni impegnate e di protesta, agli antipodi dai testi introspettivi o sentimentali di Mogol e Battisti. “L’impegno, a quel tempo, era essere di sinistra, fare testi sulla classe operaia, le contestazioni… io parlavo della sfera privata – spiega Mogol -. Era il momento dei cantautori tipo Francesco Guccini bravissimo per carità, ma le loro non erano canzoni vere e proprie. Scrivevano dei testi politici e poi li cantavano con una musica che non aveva un ruolo fondamentale. Però, poi, ho scoperto una cosa che mi ha fatto piacere: nel covo di via Gradoli delle Brigate rosse, trovarono la collezione completa di Mogol-Battisti. Ascoltavano le nostre canzoni e le nascondevano”.

Quanto a Battisti, aveva un carattere opposto al suo: “Era un matematico, andava in profondità, aveva un pensiero verticale, io orizzontale. Studiava molto, conosceva benissimo la musica internazionale, era molto preparato. Anche sul piano caratteriale eravamo diversi: io estroverso, lui riservato, non parlava mai di sé”. Eppure i due andarono a lungo d’accordo: “Mai una lite, anche se non ci frequentavamo spesso nel privato. Ci incontravamo quando dovevamo realizzare un nuovo album. Lui mi portava la musica, io scrivevo le parole”, dice Mogol.

E aggiunge: “Lui si sentiva autore e basta. Però, quando faceva fare i provini ai cantanti, che avrebbero dovuto interpretare le canzoni, e lui gliele cantava, era più bravo di loro! Dovetti litigare con la Ricordi per accettarlo come interprete, ma ce l’ho fatta”. Poi, come noto, il sodalizio si è interrotto. Fu “per una questione di principio, non per soldi, io al denaro do poca importanza. Tuttavia, era giusto che ricevessi i diritti al 50% e gli chiesi di concedermi la sua stessa quota. Lucio non accettò e ci separammo, ma senza rancore”, conclude Mogol.

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EDS

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