Georgia Luzi, accuse gravissime contro un collega: parla di Diaco?

Georgia Luzi, accuse gravissime contro un collega: secondo alcuni osservatori come Selvaggia Lucarelli potrebbe parlare di Pierluigi Diaco. Scopriamo perché. 

Pierluigi Diaco

Oggi sul sito Tpi, Selvaggia Lucarelli ha pubblicato un luno articolo che stronca completamente Pierluigi Diaco. Il conduttore di Io e te è finito al centro delle critiche negli ultimi giorni per alcune uscite poco felici in trasmissione in cui è apparso nervoso e stizzito nei confronti degli ospiti (con la celebre frase “Vuoi condurre tu?”) e con chi lavora dietro alle quinte.

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La Lucarelli non solo stigmatizza i suoi comportamenti, ma lo stronca di netto anche come conduttore televisivo con frasi come questa: “Non si diventa personaggi a botte di antipatia, a meno che l’antipatia non sia supportata da un grande talenti di cui a mio parere in Diaco non esiste una traccia riscontrabile neppure tramite tampone naso-faringeo”.

Le accusa e Pierluigi Diaco dell’ex collega Georgia Luzi

La giornalista però va oltre e cita anche l’ex collega di Diaco Georgia Luzi. I due hanno condotto insieme UnoMattina nel 2010 e le cose non devono essere andate benissimo. Proprio oggi la Luzi lancia una lunga invettiva contro un collega che non nomina mai, ma che secondo la Lucarelli e facilmente individuabile proprio in Pierluigi Diaco.

Ecco parte del suo racconto che potrete trovare per intero nel posto originale qui sotto: “Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subìto parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente di quanto abbia fatto. Anche se 1 metro e 60 di “bionditudine” non avrebbe spaventato nessuno. In quel momento…ho scelto di non “denunciare” almeno pubblicamente (ho continuato a lottare ogni giorno in silenzio, la testa non l’ho mai piegata). Sapevo a cosa sarei andata incontro e ho avuta paura. Paura di perdere il lavoro,di non essere creduta, di essere donna in un mondo di uomini. Queste persone sono le stesse che giustificano la propria condotta (meschina) con il “troppo amore” che mettono nelle cose che fanno. Il troppo amore…(un po’ come quelli che ti picchiano perché ti amano troppo). Quindi, quelli educati e perbene per far capire quanto ci tengono al proprio lavoro, devono insultare qualcuno. Quindi, vale tutto?! Eh no. Minacce, urla, parolacce non valgono. Arroganza, presunzione, violenza verbale,non valgono.

 

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C’è chi sceglie il silenzio. E chi decide di esporsi. E ad entrambi va il mio rispetto. Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subìto parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente di quanto abbia fatto. Anche se 1 metro e 60 di “bionditudine” non avrebbe spaventato nessuno. In quel momento…ho scelto di non “denunciare” almeno pubblicamente (ho continuato a lottare ogni giorno in silenzio, la testa non l’ho mai piegata). Sapevo a cosa sarei andata incontro e ho avuta paura. Paura di perdere il lavoro,di non essere creduta, di essere donna in un mondo di uomini. Perchè alle donne che scelgono di dire di “no” vengono fatte le pulci, ne vengono contestati i tempi e i modi (“come mai hai scelto di parlarne adesso e non prima?” “Ma non lo sai che i panni sporchi si lavano in casa???”) e così da vittime passiamo a carnefici. Queste persone sono le stesse che giustificano la propria condotta (meschina) con il “troppo amore” che mettono nelle cose che fanno. Il troppo amore…(un po’ come quelli che ti picchiano perché ti amano troppo). Quindi, quelli educati e perbene per far capire quanto ci tengono al proprio lavoro, devono insultare qualcuno. Quindi, vale tutto?! Eh no. Minacce, urla, parolacce non valgono. Arroganza, presunzione, violenza verbale,non valgono. E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia. E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il “caro collega” aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima. Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello. Ancora oggi dà fastidio e fa paura che una donna abbia una testa pensante, abbia un’opinione e le sia data anche la libertà di poterla esprimere. Non permettete a nessuno di dirvi cosa potete o non potete dire, abbiate coraggio e siate gentili. Il loro “potere” è nulla di fronte alla vostra fierezza. E invece delle lacrime di coccodrillo, basterebbe portare rispetto. Perché siamo tutti UGUALI. P.s. ora direte che sto a rosicà in quanto attualmente non sto lavorando ad un programma; lo aggiungerò alla lista dei motivi per cui rimanere in silenzio.

Un post condiviso da georgialuzi (@georgialuzi) in data:

“E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia. E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il “caro collega” aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima. Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello”.

Pierluigi Diaco

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