Attacco terroristico nei cieli italiani, cosa succede in caso di allarme

Uno dei piloti designati a difendere il territorio nazionale in caso di attacco terroristico proveniente dall’alto ha spiegato la procedura in un’intervista.

Dopo l’11 settembre 2001, la possibilità che un attacco terroristico provenga dai cieli è diventata concreta. Per scongiurare che una simile sciagura si abbatta sul nostro territorio ci sono delle misure di sicurezza rodate. La sicurezza del nostro spazio aereo è assicurata dal Caoc, l’ente Nato che sorveglia lo spazio aereo europeo ed ha base a Torrejon (Spagna).

Leggi anche ->Fidanzata con calciatore del Liverpool | condannata per terrorismo

Il Caoc analizza i movimenti sospetti e allerta le varie nazioni quando c’è un dirottamento o si perdono i contatti con i piloti di un aereo. Nel caso in cui questo accada i piloti degli Eurofighters vengono allertati e partono immediatamente dalle basi in quello che in gergo tecnico viene chiamato “Scrumble“. Deputati alla risposta immediata alla minaccia terroristica sono i piloti del 4° stormo di Grosseto, del 36° stormo di Gioia del Colle e del 37° stormo di Trapani. In aggiunta c’è una cellula temporanea presso la base istriana.

Leggi anche ->Ventenne denuncia episodi di nonnismo: espulsa dall’Aeronautica

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Attacco terroristico nei cieli italiani, cosa succede in caso di allarme

Per capire qual è la risposta dell’aeronautica in caso di pericolo, il ‘Corriere’ ha intervistato uno dei piloti degli Eurofighter del 4° stormo di Grosseto. Questo ha spiegato che dopo la partenza immediata i due caccia vengono coordinati dal Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico (Ferrara). Il primo passo è quello di affiancare l’aereo che si presume dirottato per fargli capire che deve atterrare. Qualora il deterrente dei caccia armati non sia sufficiente a far desistere l’attentatore dall’interno, i piloti cercano di forzare con alcune manovre l’atterraggio.

In casi estremi, l’ultima soluzione è quella di abbattere l’aereo prima che possa causare una tragedia. Questa, però, rimane l’ultima opzione, anche perché solitamente i voli dirottati hanno a bordo degli ostaggi e l’abbattimento ne causerebbe la morte. Il pilota infatti spiega: “Ci sono una serie di procedure aggiuntive che qui non possono essere spiegate ma in genere essere intercettati da due caccia della difesa aerea armati è un deterrente che di solito funziona. Diversamente non resta altro da fare che abbatterlo ma è una soluzione davvero estrema”.

Impostazioni privacy