Coronavirus evolve e muta in Cina, gli esperti temono una seconda ondata

Gli esperti hanno notato che i nuovi casi di Coronavirus emersi in Cina hanno un periodo di incubazione e dei sintomi differenti rispetto ad inizio anno.

In questi giorni le notizie provenienti dalla Cina destano un po’ di preoccupazione. Nel Paese asiatico, infatti, si è giunti alla fine del lockdown durante i primi giorni di aprile e sembrava che la paura per il Covid-19 fosse superata. Per oltre un mese, infatti, il numero dei contagi giornalieri  è stato tenuto sotto controllo ed è stato prossimo a 0, se si escludono chiaramente i casi di ritorno (pazienti importati da altre nazioni). Nell’ultimo periodo, però, sono stati ravvisati dozzine di casi nella parte nord est del Paese. Un incremento che ha portato i governi locali a ripristinare il lockdown.

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Gli esperti ritengono che questi nuovi focolai, per il momento localizzati solo nella regione di Shulan, nelle province di Jilin e Heilogjiang, possano essere giunti dall’estero. Al momento non è chiaro quale sia la provenienza del virus, ma dato che entrambe le province sono al confine con la Siberia, potrebbe giungere dalla Russia. Le misure di contenimento dovrebbero evitare la seconda ondata di contagi, ma il timore persiste.

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Coronavirus, in Cina si teme una seconda ondata

Ciò che preoccupa maggiormente gli esperti è la rapidità con la quale il virus sta mutando. A quanto pare i casi osservati in questi ultimi giorni presentano sintomi e durata differenti rispetto a quelli che hanno caratterizzato la prima ondata a Wuhan. Innanzitutto pare sia aumentato il tempo d’incubazione e quello di recupero. Il primo fattore è preoccupante, poiché una fase d’incubazione maggiore comporta un maggior rischio di diffusione del virus. Inoltre pare che i soggetti infettati non abbiano sviluppato febbre, ma il virus abbia danneggiato esclusivamente i polmoni.

Parlando della situazione, il virologo Jonathan Stoye ha avvertito che il virus: “Si sta evolvendo e sta cambiando. E non sappiamo quali siano le conseguenze che causeranno questi cambiamenti”. Per quanto riguarda il rischio di una seconda ondata,  Zeng Yixin,  un amministratore Commissione Nazionale della Salute della Cina, ha dichiarato: “La situazione epidemica è al momento frammentata in contesti domestici, tuttavia il compito di prevenire una seconda ondata rimane arduo”.

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