Coronavirus, la verità sulla strage degli anziani a Bergamo: il numero choc

Da gennaio a oggi sono 1.998 gli anziani morti nelle Rsa bergamasche a causa del Coronavirus: 1.322 in più rispetto a quelli registrati nello stesso periodo del 2019.

Torano

Gli anziani deceduti dal 1° gennaio 2020 a oggi nelle 65 case di riposo della provincia di Bergamo sono stati 1.998, ossia 1.322 in più di quelli registrati nello stesso periodo del 2019 (676). A renderlo noto è il procuratore aggiunto della Repubblica di Bergamo, Maria Cristina Rota.

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Un dato impressionante, quello relativo ai decessi, che è emerso dall’indagine aperta in seguito a 13 esposti e riguardante altrettante strutture. Dall’inchiesta per epidemia colposa e omicidio colposo, ancora a carico di ignoti, risulta inoltre che soltanto 8 di tutte le 65 Rsa della Bergamasca hanno accolto dei malati di Coronavirus dimessi dagli ospedali. Su questo e altri aspetti sarà la giustizia, ora, a doversi pronunciare.

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genitori anziani

Il bilancio dei morti in Lombardia a causa del Coronavirus

Sono ben 36.122 le persone attualmente malate di Coronavirus in Lombardia, e così distribuite: 634 in terapia intensiva (-21 rispetto a ieri), 7.120 ricoverati con sintomi negli altri reparti (-160), 28.368 in isolamento domiciliare (+559). I decessi nelle ultime 24 ore sono stati 104 (contro i 126 di ieri), per un totale di 13.679, i guariti 25.333 (+304 nelle ultime 24 ore). I tamponi positivi rilevati oggi sono 786 (ieri erano 869), e in totale ne sono stati eseguiti 365.895: 14.472 nelle ultime 24 ore, molti più del giorno prima, quando erano stati circa 8 mila. I contagiati ufficiali dall’inizio dell’epidemia, invece, sono 75.134. Nella provincia di Milano sono infine 284 i nuovi positivi (per un totale di 19.121), in città sono 86 (8.102, ieri erano 149).

Anche alla luce di questi dati il gruppo regionale del Pd ha depositato una mozione che chiede al Consiglio di impegnare il presidente Attilio Fontana di “rivedere radicalmente l’assetto, politico e tecnico, dell’Assessorato al Welfare e dei vertici della sua Direzione Generale”, essendo “venuta meno la fiducia necessaria, indispensabile per affrontare con determinazione la fase della ripresa e garantire la progressiva normalizzazione del sistema sanitario e sociosanitario in una situazione di pandemia che ancora non può essere considerata sotto controllo”.

EDS

 

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