Fase 2 | studio coreano | “Flussi d’aria in spazi condivisi un pericolo”

In occasione della riapertura di uffici e di altri ambienti di lavoro condivisi, già a partire dalla Fase 2 occorrerà valutare tutti i potenziali aspetti di rischio.

fase 2 uffici
Dalla Corea del Sud giunge uno studio sulla pericolosità dei flussi di aria condivisi a lungo che andrebbe considerato nella Fase 2 FOTO Getty Images

Tra i luoghi a rischio in occasione della riapertura della Fase 2 figurano gli uffici, che rappresentano ovviamente un luogo dove è facile poter creare assembramenti. In Corea del Sud il KCDC – Korea Centers for Disease Control and Prevention – ha descritto con dovizia di particolari la pericolosità dei flussi d’aria condivisi da più persone all’interno di uno stesso ambiente per più ore.

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In particolare l’ente in questione ha analizzato la piantina di un locale dove è ubicato un call center. In essa viene spiegato nel dettaglio, con tanto di illustrazioni, il sorgere di un focolaio del virus che sta tenendo in scacco il mondo. L’epidemia è deflagrata in particolare tra il settimo e l’undicesimo piano di un grattacielo che arriva fino a 19 piani. Ed all’interno del quale sono situati anche degli appartamenti. La scoperta del focolaio risale all’8 marzo 2020, con la chiusura degli spazi lavorativi già all’indomani e l’inizio di una serie di rilievi di natura epidemiologica.

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Fase 2, uffici ed altri luoghi di lavoro condivisi sono una potenziale fonte di focolai

Il call center oggetto di analisi conta 922 dipendenti. Ai quali si aggiungono 203 residenti situati nei piani più alti del palazzo e 20 persone giunte loro in visita. A tutte queste persone è stato effettuato il tampone di rilevamento del Covid nell’arco di tempo di 3 giorni. Inoltre le autorità coreane hanno avvisato tanta altra gente rimasta per più di 5 minuti nell’area immediatamente antistante il grattacielo. Si contano 16.628 messaggi spediti tramite app di tracciamento. Le indagini hanno portato alla individuazione in totale di 97 persone positive. E di queste, 94 lavoravano nel call center all’11° piano. Ci sono altri aspetti particolari su questa vicenda: a quello stesso piano lavorano 216 dipendenti. Ma oltre il 95% di tutti coloro che si sono ammalati occupavano la stessa ala del piano, su di uno stesso lato.

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Condividere gli stessi spazi a lungo favorisce la diffusione del virus

Soltanto in 5 soggetti posizionati altrove sono rimasti contagiati tra le altre presenze abituali. Tutto questo serve per dimostrare, secondo le autorità coreane, come il Coronavirus possa facilmente essere contagioso in ambienti di lavoro affollati come gli uffici. Si contano poi solamente 3 infetti al di fuori del famigerato undicesimo piano, nonostante tutti quanti condividessero gli stessi ascensori, bagni e spazi relax. E questo pare testimoniare come il virus abbia comunque bisogno di tempi e contatti umani prolungati per attecchire. Il flusso di aria condizionata poi sembra essere sotto accusa. Questi sono aspetti che, secondo gli esperti asiatici, dovrebbero essere presi in considerazione. E che anche nella Fase 2 che riguarda l’Italia non andrebbero trascurati.

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