Fase 2, Conte: “Pronti altri 50 miliardi per famiglie e imprese”

Il premier Conte ieri ha aggiornato il parlamento sulla fase 2 parlando di nuovi finanziamenti e dell’esigenza di una riapertura omogenea a livello nazionale.

Giuseppe Conte messaggio

Nei giorni scorsi ci sono state numerose polemiche tra le regioni riguardo alle tempistiche di riapertura delle attività lavorative. Particolarmente vivace lo scambio tra Fontana (Governatore Lombardia) e De Luca (omologo in Campania). Il presidente lombardo auspicava una riapertura anticipata della Lombardia (per la quale si prevede il contagio 0 solo a fine giugno) e il vulcanico governatore campano gli ha risposto che in tal caso avrebbe blindato l’ingresso alla Regione.

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Visto il caos generato dall’ipotesi di riapertura a fasi alterne, ieri il premier Conte ha precisato che la fase 2 verrà avviata in maniera omogenea in tutto il territorio. Insomma spetterà al governo centrale prendere la decisione e non alle singole Regioni. Il motivo di questa decisione è legato ad un principio di cautela. Conte spiega infatti: “Passare alla fase 2 è complesso: un’avventatezza in questa fase può vanificare tutti i sacrifici che i cittadini hanno fatto fin qui. Dobbiamo allentare le restrizioni preservando l’integrità del tessuto produttivo. Il motore del paese deve riavviarsi ma con un programma ben strutturato, che stiamo elaborando. Va considerata la soglia del contagio di riferimento in base alle strutture ospedaliere di ogni territorio”.

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Conte, nuova iniezione di liquidità per contrastare la crisi economica

Durante il suo intervento in aula, il presidente del consiglio ha anche parlato della crisi economica che ha investito le famiglie e le imprese italiane. Lo ha fatto spiegando che la squadra di governo sta lavorando ad un nuovo decreto che sarà pronto ad inizio maggio e che permetterà di aiutare gli italiani: “Sarà pronto tra dieci giorni, arriveranno almeno 50 miliardi di euro che vanno ad aggiungersi ai precedenti 25. Le previsioni più recenti del Fmi stimano un crollo del Pil del 9,1%”.

Infine Conte ha anche fatto un accenno al Mes, confermando che la posizione dell’Italia è  tendenzialmente contraria ad accettare lo strumento per una situazione di emergenza come quella in cui stiamo vivendo. Una posizione che è sostenuta anche da altri Stati membri dell’Unione: “Attendiamo di vedere se favorirà i nostri interessi nazionali, ma ci sono paesi come la Spagna disponibili e rifiutarlo sarebbe un torto nei confronti di chi, in Europa, ci affianca in questa battaglia”.

Giuseppe Conte

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