Bimbi e lockdown, la psicologa: “Per i genitori il peggio deve venire”

La psicologa Caterina Arcidiacono ha spiegato che per i genitori trovare un equilibrio con i bimbi dopo il lockdown sarà ancora più complicato.

Sono passate diverse settimane da quando il governo è stato costretto a porre tutta la nazione in quarantena. Sono state settimane complicate, in cui gli italiani hanno dovuto imparare a convivere con il timore di prendere il virus e la necessità di trovare un’occupazione casalinga per non essere travolti dalla noia e dall’ansia. Il compito più arduo è di certo spettato a quelle persone che hanno dovuto spiegare la situazione ai propri figli piccoli.

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Proprio di loro ha parlato la psicologa Caterina Arcidiacono, docente di Psicologia Sociale all’Università Federico II di Napoli, con ‘Leggo‘. L’esperta ha spiegato in che modo i genitori devono affrontare la quarantena insieme ai loro bimbi: “Trovando con loro un accordo: cioè, coinvolgendoli di continuo – anche quando si cucina – per non farli essere ‘bambini sovrani'”.

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Bimbi e lockdown, la fase successiva sarà più complicata

La psicologa sa che spesso i genitori tendono a permettere quasi tutto ai figli, anche per evitare che diventino insofferenti. Ma proprio in una situazione come questa è bene trovare i giusti stimoli ed i corretti compromessi: “Spesso siamo portati a concedere tutto ai bambini, quindi loro dominano. Invece vanno rispettati gli spazi e i tempi di tutti trovando trovare un equilibrio, regole comuni. E capire che, ora più che mai, la casa non è affatto quel luogo sicuro che pensiamo”.

Le famiglie si trovano in una situazione difficile, in cui ci sono genitori che sono in cassa integrazione, altri che hanno perso il lavoro e altri ancora costretti a lavorare da casa. In un contesto simile si tende a non prestare la dovuta attenzione ai bimbi. Il peso per i genitori, dunque è notevole e secondo la Arcidiacono diverrà ancora più pressante quando la quarantena sarà conclusa: “credo che il peggio sarà dopo: quando, senza scuola, i genitori torneranno alla loro vita fuori casa. Nonni, cameriere, baby sitter, scambio di favori con i vicini: ora come ora tutto sembra fuori gioco. C’è paura ad aprire la porta al prossimo”.

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