Milano Fiera | l’ospedale accoglie solo 3 pazienti per ora

La realizzazione dell’ospedale Milano Fiera doveva fornire un contributo significativo nell’epidemia da Covid 19 in corso. Per ora non sembra essere così.

Milano Fiera ospedale
Milano Fiera ospedale per ora solo 3 i pazienti ricoverati FOTO Getty Images

Ci è voluto più tempo del previsto per arrivare all’apertura dell’ospedale Milano Fiera a portello per quanto riguarda tale spazio adibito ad ospedale. Ora giunge la notizia del ricovero di soli 3 pazienti, rispetto ai 24 preannunciati ed anche a 400 posti in totale, che nel frattempo sono scesi per capienza a 205.

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Lo scorso 31 marzo veniva illustrato il progetto in una apposita conferenza stampa, ma diverse domande sembrano essere rimaste senza risposta. Non si sa ad esempio se l’ospedale continuerà a restare operativo oppure verrà smantellato in futuro. Enrico Pazzalli, presidente di Fondazione Milano Fiera, sostiene che il tutto è soltanto provvisorio. Ma il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, da par suo dice chela cosa non è sicura. La struttura risponde direttamente alla direzione del Policlinico di Milano e ha richiesto un costo stimabile in 21 milioni di euro di donazioni messe su da Fondazione Comunitaria.

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Milano Fiera ospedale, per ora non c’è il contributo auspicato

Ma circola la testimonianza anonima di un medico che lavora all’ospedale Milano Fiera e che si mostra critico in merito all’utilità di tale struttura. “La scorsa notte ci hanno mandato dal Policlinico un paziente da intubare. Il terzo. Lì non avevano più posti in terapia intensiva. Questo dimostra che l’ospedale in Fiera non serve ad aggiungere altri posti in più. Semplicemente dal Policlinico abbiamo fatto qualche spostamento qui”. A lavorarci ci sono circa 50 operatori sanitari, tra medici, infermieri ed altre figure. Ma sarebbe proprio la difficoltà nel reperire del personale trasferibile a causare una certa limitazione di Milano Fiera rispetto invece alle previsioni messe in preventivo.

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Le critiche da parte del dirigente medico del Niguarda

Ed anche trovare le strumentazioni necessarie, come i respiratori, è una cosa che sta risultando particolarmente difficile e che di certo non contribuisce a migliorare le cose. A tutto ciò si aggiunge la testimonianza del dottor Giuseppe Bruschi, cardiologo e Dirigente Medico I livello dell’ospedale Niguarda. «L’idea di realizzare una terapia intensiva in fiera non sta ne in cielo ne in terra. La Lombardia non aveva certo bisogno di dimostrarsi superiore alla Cina costruendo un “Ospedale” in fiera. Bastava vedere quanto fatto da tutti i dipendenti degli Ospedali Lombardi che in questi 40 giorni hanno “creato” oltre 600 posti di rianimazione dal nulla, con il loro costante lavoro e sostanzialmente senza risorse”.

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