Coronavirus resta in saliva e feci anche 39 giorni dopo l’infezione

Il Coronavirus resta in saliva e feci anche 39 giorni dopo l’infezione: i risultati preoccupanti di uno studio cinese su alcuni casi di contagio.

(DOUGLAS MAGNO/AFP via Getty Images)

C’è preoccupazione per i risultati di uno studio realizzato da alcuni ricercatori cinesi sul Coronavirus. Il virus – stando a quanto si evidenzia – potrebbe restare, almeno in alcuni casi, in saliva e feci di pazienti guariti.

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Questo addirittura fino a 39 giorni dopo l’esito negativo del tampone. La ricerca è stata pubblicata sugli Annals of Internal Medicine e condotta presso l’ospedale di Pechino Ditan Hospital,Capital Medical University.

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La ricerca cinese: Coronavirus resta in feci e saliva?

(PIERO CRUCIATTI/AFP via Getty Images)

Da questa ricerca potrebbe emergere la possibilità di prolungare il periodo di isolamento nel periodo successivo a quando un paziente si è negativizzato. In ogni caso, ci sono diversi aspetti da chiarire, a partire dal fatto se coloro che guariscono – e nei cui organismi rimane il Coronavirus, presentandosi in feci e saliva – possano essere comunque contagiosi.

Inoltre, all’incirca un paziente su sei nel campione preso in esame risulta essere ancora con saliva e feci positive. Il campione in esame riguarda infatti 133 pazienti ricoverati nell’ospedale cinese a cui sono stati prelevati feci e saliva, anche dopo che i pazienti sono risultati negativi al tampone diagnostico. Per 22 dei pazienti coinvolti l’esame di feci e saliva è risultato positivo. Addirittura in alcuni soggetti dopo 13 e 39 giorni dal tampone negativo.

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