Arianna, il dramma: “Mamma è morta, papà è grave. Per noi nessun tampone”

Arianna, giovane napoletana, denuncia il dramma dei genitori: la madre è morta ed il padre è grave, ma ancora nessun tampone per gli altri familiari.

Il dramma condiviso da Arianna Esposito è simile a quello di altre famiglie che sono costrette a convivere con potenziali casi di Coronavirus in casa. Lo scorso 11 marzo il padre della giovane napoletana ha cominciato ad accusare i sintomi influenzali. Seguendo le avvertenze del Governo e della Regione, lei e gli altri 4 componenti della famiglia si sono barricati in casa, uscendo solo per fare la spesa nei negozietti sotto casa. Ciò nonostante la situazione è degenerata nel giro di pochi giorni.

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Il padre ha cominciato ad avere una febbre molto alta ed una tosse secca e dolorosa. Spaventati, i familiari hanno chiamato il 118. Qui gli viene consigliato di mettersi in contatto con il medico curante, il quale consiglia una cura a base di antibiotici, cortisonici e un broncodilatatore. Le condizioni dell’uomo però non migliorano, anzi si rende necessaria una corsa in ospedale: “Nessuno sapeva darci una risposta concreta al telefono  così mio marito e mia madre si sono messi in macchina e hanno accompagnato mio padre al Cotugno“.

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Padre ricoverato e madre morta, Arianna denuncia: “Ancora non mi hanno fatto il tampone”

L’uomo viene sottoposto al test del tampone, la moglie nel frattempo sviene, si scopre che ha la febbre a 39.5° e che potrebbe essere contagiata. Entrambi vengono rimandati a casa in attesa del risultato del test sul marito. Il 19 marzo arriva l’esito: il padre di Arianna è positivo al Coronavirus. Si dispone il ricovero immediato, ma anche in questo caso ci sono delle problematiche: l’uomo è costretto ad attendere in ambulanza prima del ricovero all’ospedale Loreto Mare. Al momento si trova ancora intubato nel reparto di terapia intensiva.

Quello stesso giorno il dramma della famiglia Esposito si aggrava: “Mentre mio padre veniva trasferito al Loreto Mare anche le condizioni di mia madre hanno cominciato ad aggravarsi, mostrando gli stessi sintomi che avevano colpito mio padre. Il 20 marzo, dopo una serie di telefonate al 118, arriva una squadra di operatori che, però, non erano forniti nemmeno di un loro termometro”. Dopo la visita non viene disposto il ricovero in ospedale, ma una terapia da effettuare in casa. Il 24 marzo le condizioni della donna diventano critiche e si rende necessario il ricovero d’urgenza all’Ospedale del Mare. Il tentativo di rianimare la donna, però, non riesce e la madre di Arianna muore.

Ancora nessun tampone

La donna ha richiesto ai medici di essere sottoposta al test, per capire se il virus ha contagiato anche lei, suo marito e suo figlio. Al momento, però, non è ancora stato effettuato: “Abbiamo chiesto un tampone ma al momento ancora non sappiamo se verranno a farlo. Mio padre è positivo, mia madre forse è morta per lo stesso virus e vivevano in casa con noi. Qui c’è un bambino di 15 mesi e noi ci sentiamo abbandonati da tutti, a cominciare dalle istituzioni. Stiamo vivendo una tragedia nella tragedia perché non solo non possiamo piangere insieme ai nostri parenti per la morte di mamma, ma non possiamo nemmeno sapere se anche noi siamo stati contagiati”.

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