Bergamo, l’ex calciatore Magrin parla del Coronavirus: “Un incubo”

L’ex centrocampista dell’Atalanta Marino Magrin racconta a ‘Leggo’ come sta vivendo la quarantena nella sua città natale, Bergamo.

Quando la diffusione del Coronavirus è iniziata in Italia, i focolai d’infezione erano principalmente il Lodigiano e la zona del Vo’ Euganeo. In queste settimane la diffusione del virus ha messo a rischio tutte le città della Lombardia, diffondendosi in maniera preoccupante anche in Emilia Romagna, nelle Marche ed in Piemonte. Adesso tutta l’Italia è zona protetta ed il pericolo di nuovi focolai in zone diverse da quelle iniziali è concreto e assillante.

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Lo sanno bene nel bergamasco, zona che da qualche giorno è diventata vero e proprio epicentro dell’infezione di Covid-19. Leggo ha raggiunto nelle scorse ore l’ex calciatore dell’Atalanta Marino Magrin. Questo è stato uno dei primi esponenti della filosofia bergamasca di creazione dei talenti in casa: nato dal settore giovanile della Dea, Magrin è stato uno splendido centrocampista del nostro campionato durante gli anni ’80. In quel periodo ha vestito le maglie dell’Atalanta, del Verona, della Juventus e dell’Inter.

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Magrin parla del Coronavirus a Bergamo: “Stiamo vivendo un incubo”

Nel corso dell’intervista l’ex calciatore spiega la difficile situazione in cui tutti i bergamaschi sono costretti a vivere: “Stiamo vivendo un incubo, non c’è altro modo di definirlo. Leggo l’Eco di Bergamo tutti i giorni: ci sono 12 pagine di necrologi. Solitamente arrivano a due pagine. Mai vista una cosa simile. Per questo è importantissimo stare in casa per sconfiggere il virus il prima possibile. Sto male a sentire tutte queste ambulanze che sfrecciano a pochi metri da casa mia. E’ terribile”.

Approfondendo il discorso, l’ex stella dell’Atalanta rivolge un pensiero ai medici: “Penso a tutti i medici, agli infermieri e a tutti coloro che stanno lavorando per aiutare le persone malate. Bisogna applaudirli. Credo sia importante pregare tanto affinché tutto si risolva e si possa ripartire senza troppi contraccolpi. Ma sarà dura”.

(ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)
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