Pandemia Coronavirus: arrivano le chiusure in Usa, l’Argentina blinda le frontiere

Pandemia Coronavirus: arrivano le chiusure in Usa, l’Argentina blinda le frontiere. Tutto il mondo si prepara all’ondata di contagi di Coronavirus.

pandemia coronavirus chiusure usa
Coronavirus a New York, la Quinta Strada desolata il 15 marzo 2020 (Stephanie Keith/Getty Images)

Anche gli Stati Uniti si arrendono al Coronavirus e cominciano a prendere estese misure di contenimento. Dopo l’iniziale negazionismo del presidente Donald Trump, che aveva addirittura detto che il virus non sarebbe arrivato negli Usa e perfino che era un complotto dei democratici, la prima potenza mondiale è stata costretta a chiudere scuole, musei, locali pubblici, bar e ristoranti.

La settimana scorsa, giovedì 12 marzo, parlando alla nazione, il presidente Trump aveva dichiarato lo stato di emergenza per il coronavirus, dichiarato pandemia dall’OMS il giorno prima, e aveva bloccato tutti i voli in arrivo dall’Europa, tranne dal Regno Unito. Una decisione che tuttavia ha dovuto rivedere due giorni dopo, estendendo il blocco anche ai voli in arrivo dal Regno Unito e dall’Irlanda. Di seguito le nuove misure prese negli Stati Uniti per fermare l’espandersi del contagio.

Leggi anche –> Coronavirus, Francia chiude tutto: stop a negozi e bar

Pandemia Coronavirus: chiusure in Usa, l’Argentina si blinda

Tutti ormai hanno capito che il Coronavirus non si può fermare. Ha iniziato a viaggiare in tutto il mondo, già dallo scorso gennaio se non prima, e colpisce chiunque, persone comuni, personaggi famosi, politici, capi di governo, calciatori, attori. La malattia di per sé non è grave e circa un 60% di persone che l’hanno contratta guarisce stando a casa, senza bisogno di particolari terapie. In altre è addirittura asintomatica o provoca sintomi lievi che non si discostano da quelli di un brutto raffreddore o di un’influenza. Tuttavia il Covid-19 (nome della malattia causata dal virus Sars-Cov-2, questi i nomi scientifici) è estremamente contagioso e molto pericoloso per le persone più fragili: non solo anziani o persone con patologie gravi, ma anche portatori di handicap o affetti da patologie croniche. In alcuni casi, purtroppo, può uccidere, con crisi respiratorie irreversibili, anche persone in salute, relativamente giovani e che non rientrano nei soggetti a rischio. La malattia è nuova, in evoluzione e ne sappiamo ancora troppo poco.

Il Coronavirus, per le sue caratteristiche, non si può arrestare e molto probabilmente contagerà milioni di persone nel mondo. Ma è dovere degli Stati proteggere i soggetti più deboli e soprattutto rallentarne la trasmissione per evitare di far collassare gli ospedali. Infatti, se nella maggioranza dei casi il Covid-19 si cura stando a casa, una percentuale importante di persone finisce in ospedale, occupando i letti per un periodo abbastanza lungo. Le cure in terapia intensiva, in particolare, possono richiedere molto tempo, con la conseguenza di tenere occupati a lungo posti letto specializzati che servono anche per altre patologie. Lo stiamo vedendo in Lombardia. Per questi motivi, contenere l’epidemia è cruciale. Non si può impedire che tutti si ammalino di Coronavirus, ma si può rallentare la sua diffusione, proteggendo soprattutto i soggetti più vulnerabili che sono anche quelli che corrono i rischi maggiori e che potrebbero avere bisogno di cure intensive che potrebbero non ricevere a causa del sovraffollamento degli ospedali.

Leggi anche –> Coronavirus in Spagna: dichiarato lo stato di emergenza, chiusure come in Italia

Coronavirus in Usa, un bar a Columbus, Ohio (Matthew Hatcher/Getty Images)

Dopo aver negato il fenomeno o averlo sottovalutato, finalmente anche gli altri Paesi in Europa e in America si sono decisi a prendere delle misure per contrastare il dilagare dell’epidemia, definita non a casa pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità proprio per la sua diffusione su scala mondiale.

Nelle ultime ore, anche negli Stati Uniti sono state introdotte le inevitabili misure di contenimento dei contagi, seppure in ordine sparso tra i vari Stati. Avevano cominciato per primi gli Stati di Washington e Oregon, dove l’epidemia ha iniziato a diffondersi, in particolare nella città di Seattle, con la chiusura di scuole e università, sebbene non in modo uniforme. Quindi sono arrivate prima le limitazioni e poi le chiusure di cinema, bar e ristoranti a New York e Los Angeles. Bar e ristoranti potranno restare aperti solo per le ordinazioni take away e per le consegne a domicilio. Anche lo Stato di Washington ha chiuso bar e ristoranti, mentre l’Oregon sta ancora valutando il provvedimento.

Ieri è arrivato l’annuncio del governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo sulla chiusura di tutte le scuole e università. Nel frattempo, le strade delle grandi città Usa hanno cominciato a svuotarsi, come quelle europee.

Nella Grande Mela la scorsa settimana avevano già chiuso i teatri di Broadway. Mentre gli studi di Hollywood sono stati chiusi durante il weekend. Anche California, Ohio, Illinois e Massachusetts hanno chiuso bar e ristoranti per contenere i contagi da Coronavirus. In diversi Stati Usa sono adottati differenti provvedimenti di divieto degli assembramenti.

A Las Vegas è stata decisa la chiusura dei casinò dal 17 marzo per almeno due settimane. Si tratta delle strutture di Wynn Resorts e Mgm Resorts International. Chiuderanno il Bellagio, il Mandalay Bay e il Mirage.

Anche negli Stati Uniti si sono verificate scene di assalto ai supermercati, nonostante le rassicurazioni delle autorità. Uno dei principali generi di necessità a sparire dagli scaffali è la carta igienica (stesse scene si sono avute anche in Germania).

Nelle ultime ore, inoltre, il vicepresidente americano Mike Pence ha annunciato nuove misure da attuare a livello federale, che possono andare dal coprifuoco alla chiusura di esercizi pubblici. Nel frattempo, tutti gli eventi con oltre 50 persone devono essere rinviati o cancellati per otto settimane, secondo le nuove raccomandazioni dei CDC, la massima autorità sanitaria federale negli Usa.

Restrizioni nel resto d’America

Contro la diffusione del virus hanno iniziato a prendere provvedimenti anche gli altri Stati del continente americano. L’Argentina ha deciso il “lockdown” del Paese e ha chiuso le frontiere con gli Stati confinanti e bloccato tutti gli ingressi sul suo territorio. Il bando, annunciato ieri dal presidente Alberto Fernandez, resterà in vigore fino al 31 marzo.

Anche il Perù ha chiuso le proprie frontiere e gli ingressi sul suo territorio. Mentre l’Honduras ha chiuso per una settimana il settore pubblico e privato.

Nel frattempo, a livello globale i casi di Coronavirus nel mondo sono arrivati complessivamente a 169.387 dall’inizio della pandemia (dato della John Hopkins University aggiornato alla mattina del 16 marzo 2020). Di questi: 81.020 sono in Cina; 24.747 in Italia; 13.938 in Iran; 8.162 in Corea del Sud; 7.844 in Spagna; 5.813 in Germania; 5.437 in Francia; 3.774 negli Stati Uniti; 2.200 in Svizzera; 1.739 in Danimarca; 1.395 nel Regno Unito; 1.256 in Norvegia; 1.136 nei Paesi Bassi; 1.032 in Svezia; 889 in Belgio.

Leggi anche –> Coronavirus, shock a Londra: nel Regno Unito 10 mila contagiati

Hollywood Boulevard a Los Angeles, deserta ai tempi del coronavirus (ROBYN BECK/AFP via Getty Images)
Impostazioni privacy