Coronavirus, shock a Londra: nel Regno Unito 10 mila contagiati

La situazione nel Regno Unito: potrebbero esserci già 10 mila contagiati. Supermercati presi d’assalto

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Secondo i dati ufficiali la Gran Bretagna ha circa 500 contagiati da coronavirus, ma purtroppo si teme che possano già essere migliaia le persone positive al Covid-19 nel Regno Unito. A lanciare l’allarme è il capo consigliere scientifico del governo britannico, sir Patrick Vallance, che a margine dalla conferenza stampa del premier Boris Johnson sulla pandemia del Coronavirus ha rivelato che potrebbero esserci fra le 5 mila e le 10 mila persone già infette nel Paese.

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Il Coronavirus è arrivato anche nel governo: la sottosegretaria alla Salute, Nadine Dorries, è risultata positiva al tampone. Ma nonostante un’esponente contagiata, la sanità britannica non esegue tamponi per il Covid-19 se non si è stati nelle aree a rischio o se non si è stati a contatto diretto con una persona infetta, ciò nonostante sintomi clinici anche evidenti.

Coronavirus nel Regno Unito: migliaia gli infetti

Diversi lettori hanno raccontato al Guardian di aver chiamato il numero dell’emergenza 111 e di aver raccontato di avere tosse, febbre alta e dolore al petto. Ma se non ci sono stati contatti con infetti si invita solo a riguardarsi e a lavarsi spesso le mani. “Ho tosse e febbre alta ma non posso fare controlli – ha detto l’ad dell’Education Partnerships Group, Sam Freedman – questa è a dir poco una falla nel sistema dei test“.

Intanto chi è stato vicino alla sottosegretaria Dorries è stato posto in isolamento. Recentemente anche il premier Johnson era stato alla festa di compleanno della ministra, ma da Downing Street fanno sapere che il primo ministro non ha nessun sintomo.  Johnson in conferenza stampa ha parlato al popolo britannico rivelando che si tratta della più grave crisi sanitaria da generazioni. Il premier ha poi aggiunto parole drammatiche “sarà onesto con voi: molte famiglie perderanno dei cari per via del coronavirus”.

Nonostante tutto la scelta al momento è quella di un approccio graduale alle restrizioni. Quindi semplicemente niente gite scolastiche e l’obbligo dell’auto isolamento nel caso di sintomi quali febbre e tosse. Per il momento dunque niente chiusura delle scuole, come invece ha fatto l’Irlanda, e nemmeno uno stop agli eventi di massa. Cosa quest’ultima che al contrario ha fatto la Scozia imponendo il divieto di raduni sopra le 500 persone. Il Consigliere scientifico del Governo Britannico Sir Patrick Wallace ha poi aggiunto che la Gran Bretagna è su una traiettoria indietro di 4 settimane rispetto all’Italia.

Se il governo britannico sceglie una via di ‘rallentamento’ e non di contenimento del coronavirus, il popolo è molto più spaventato. Chi se lo può permettere prova ad andare nelle cliniche private a richiedere i tamponi, sebbene possono essere effettuati solo dal sistema sanitario pubblico. Molti miliardari scelgono quindi di andare negli Usa per effettuare il test o scappano in qualche paradiso tropicale con medico personale al seguito.

Nel resto della popolazione serpeggia la paura e chi può sceglie la quarantena volontaria o in ogni caso d’isolarsi più possibile. Tanto che molti inglesi hanno preso d’assalto i supermercati con scaffali che sono rimasti vuoti. Le immagini che arrivano dall’Italia fanno crescere il timore non solo del coronavirus, ma anche di non essere sufficientemente protetti dalle istituzioni e dalla sanità.

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Scaffali vuoti nei supermercati di Londra (@ Fabbri photo)
La paura del coronavirus fa fare provviste a Londra
(@ Fabbri photo)

 

 

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