Coronavirus: primo caso di recidiva, guida dimessa si è ammalata di nuovo

Primo caso di recidiva in Giappone: a quanto pare una guida che aveva contratto il coronavirus e si era dimessa si è ammalata nuovamente.

In questi giorni abbiamo assistito all’evolversi dell’epidemia di coronavirus con una certa apprensione. A generare ansia è stata soprattutto la rapidità della diffusione del virus e il numero dei contagiati. Per quanto riguarda i rischi per la salute, infatti, sin dal primo momento sono stati lievi. Il Covid-19 si presenta come una polmonite che nell’80% dei casi svanisce autonomamente e che solo nel 3% dei casi risulta letale. Spesso, inoltre, le vittime sono persone anziane, gravate già da problematiche fisiche.

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In questi istanti dal Giappone arriva una notizia che potrebbe cambiare lo scenario finora conosciuto. Pare infatti che una delle pazienti dimesse nei giorni scorsi, sia tornata in ospedale poiché il virus si è ripresentato. Dato che si tratta di un caso al momento isolato e che non è chiaro quali siano le condizioni attuali della paziente, è presto per trarre conclusioni e cadere in facili allarmismi. Se dovessero presentarsi numerosi casi di recidiva, però, significherebbe che il virus è più persistente di quanto si pensasse e che il corpo, nonostante una prima guarigione, non svilupperebbe degli anticorpi adeguati a scongiurare una seconda infezione.

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Coronavirus, primo caso di recidiva in Giappone

Secondo quanto si legge su ‘Ansa.it‘, il primo caso di recidiva riguarderebbe una donna di 40 anni. La donna, una guida turistica operante nel Paese del Sol Levante, si è ammalata una prima volta a fine gennaio. A quanto pare aveva lavorato nei giorni precedenti con un gruppo di turisti provenienti da Wuhan. Durante il ricovero non ha mai presentato sintomi gravi e lo scorso 6 febbraio è stata dimessa. Nel giro di 20 giorni, però, la donna si è sentita nuovamente male ed è risultata positiva al tampone per la seconda volta nel giro di un mese. A quanto pare nei giorni intercorsi tra la dimissione ed il secondo ricovero, la guida turistica sarebbe rimasta a casa e non avrebbe avuto contatti con nessuno.

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