Coronavirus, l’epidemia ha abbassato i livelli d’inquinamento in Cina

Il Coronavirus ha congestionato l’economia in Cina ed il primo trimeste dell’anno vedrà un calo nel Pil, ma ha anche avuto un effetto collaterale positivo.

In Cina il coronavirus è principalmente un problema sanitario, il bilancio aggiornato al 25 febbraio era di 80.350 malati e 2.705 vittime, a cui si devono aggiungere altri 450 casi accertati di positività e 29 morti di cui è giunta notizia oggi. L’interesse primario rimane dunque arginare il diffondersi della malattia e l’unico modo possibile è delimitare le zone maggiormente colpite e ridurre le attività lavorative che comportano il contatto con altre persone.

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Appare evidente che bloccare o limitare la produzione industriale (principale fonte di guadagno del Paese) abbia delle ripercussioni sull’economia dell’interno Paese, oltre che su quella di tutto il pianeta, visto che la Cina è il maggiore produttore in diversi campi. Nelle fabbriche al momento l’operatività è ridotta al 30% rispetto ai normali standard e questa situazione potrebbe perdurare ancora per un lungo lasso di tempo.

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L’epidemia, però, ha anche avuto un effetto collaterale positivo su tutta la zona. La necessità di ridurre gli intensi ritmi lavorativi nelle fabbriche, unita alla mancanza di traffico e turismo per il periodo del Capodanno Lunare ha portato ad un miglioramento netto della qualità dell’aria in tutta la zona. In questo periodo c’è stato calo netto delle emissioni di CO2, pari a 100 milioni di tonnellate metriche, ovvero un quantitativo pari a quello emesso dall’intero Cile in un anno.

L’inquinamento è uno dei problemi più grandi della società cinese, più volte ripresa dalla comunità internazionale per l’assenza di leggi che prevedano una riduzione delle emissioni dannose. Peccato che in pochi possono godere in questi giorni dell’aria più pulita, specie nella provincia di Hubei, dove i cittadini sono praticamente barricati in casa se si eccettuano le uscite per l’acquisto di medicinali, disinfettanti e cibo. Superata la crisi sanitaria si spera che si possa trovare anche una soluzione definitiva all’inquinamento.

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