Anoressia | Lorenzo Seminatore morto a 20 anni | mancano strutture in Italia

Il giovane Lorenzo Seminatore aveva solamente 20 anni, l’anoressia lo ha ucciso ad inizio febbraio 2020 a seguito di una tremenda lotta che durava dal 2013.

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Lorenzo Seminatore muore di anoressia ad appena 20 anni FOTO viagginews

Il giovane Lorenzo Seminatore è morto di anoressia a soli 20 anni. Il decesso è accaduto lo scorso 3 febbraio e dimostra come questa terribile patologia non interessi soltanto le donne. Della sua vicenda parlano Fabio e Francesca, il padre e la madre del ragazzo. I quali sostengono di averlo visto spegnersi lentamente.

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“E senza potere fare niente per poterlo salvare”, affermano i due al Corriere della Sera. “L’anoressia è una malattia subdola, che ci ha fatto sentire tante volte abbandonati e spaesati. Abbiamo capito che in Italia non esistono strutture pubbliche dove potere curare i giovani che soffrono di questa condizione tremenda. Ma sappiamo che sono tante le famiglie impelagate nel nostro stesso incubo. Ci sono ragazzi che devono essere curati e che vanno salvati. Purtroppo non tutti sono in grado di potersi permettere dei centri privati”. E qui allora le istituzioni dovrebbero intervenire, secondo la famiglia del povero Lorenzo. “Occorrerebbe anzitutto fare prevenzione a scuola, ed anche attuare degli investimenti mirati nella sanità”.

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Anoressia, i genitori del povero Lorenzo: “In Italia mancano strutture di cura”

Ma tanto ancora può essere fatto: “Pure le famiglie avrebbero bisogno di percorsi adeguati. Non è possibile che in ospedale si faccia qualche flebo e si rimandino i ragazzi a casa”. La storia di Lorenzo è travagliata ed inizia nel 2013, quando lui ha 14 anni. La madre lo ricorda come “un ragazzino assai metodico, perfezionista e molto esigente con sé stesso. All’improvviso un giorno ha smesso di mangiare. Da allora la situazione è andata peggiorando sempre più”. Neppure i consulti con un neuropsichiatra e con altri specialisti sortiscono l’effetto sperato. Una frase in particolare spaventa. “Non mangio, perché so che così prima o poi muoio. Non ho il coraggio di salire le scale fino al terzo piano per buttarmi”. A 16 anni scatta il ricovero in una struttura privata di Brusson, in Valle d’Aosta.

“Una volta diventato maggiorenne siamo diventati impotenti”

“Lì Lorenzo studiava ed era tornato a sorridere, comunicava via mail con studenti e compagni di classe. Alcuni docenti sono andati apposta a Brusson per interrogarlo e questo gli aveva permesso di non perdere l’anno scolastico. Era riuscito a mettere su 20 chili e ad uscire di nuovo con gli amici”. Ma poi arriva la maturità e con essa nuove ansie. Lorenzo le supera, ma ancora una volta all’università si lascia travolgere. Abbandona gli studi e comincia a comporre canzoni dai testi tormentati, che pubblica sui social network. “Quando è diventato maggiorenne, firmava per potere dimettere sé stesso”, racconta suo padre. E lì siamo diventati inermi. Ha scelto di morire lentamente”.

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