Corinaldo, il papà di Emma: “Voglio vedere le sue foto, datemi le password”

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(foto Vigili del fuoco)

Il papà di Emma, una delle vittime della tragedia di Corinaldo, lancia un appello per ricevere le password che gli permetterebbero di vedere le sue foto.

Sono passati all’incirca 12 mesi da quando il panico generato dalle bombolette nella discoteca di Corinaldo ha causato una fuga caotica che ha portato alla morte di alcuni dei presenti. Tra le vittime di quella sera c’è anche Emma Fabini, una ragazza di appena 14 anni che si trovava in discoteca per ascoltare il concerto di Sfera Ebbasta. In questi lunghissimi mesi il suo telefono è stato sotto sequestro per le indagini, ma da qualche tempo è stato restituito alla sua famiglia.

Il padre di Emma, Fazio Fabini, ha pensato che quell‘i-phone potesse in qualche modo restituirgli gli ultimi istanti di vita della sua bambina. L’uomo infatti voleva accedere al dispositivo per osservare i video e le foto di quella tragica serata. Gli sarebbe piaciuto osservarla mentre ballava e si divertiva con le amiche, vedere un’ultima volta il suo sorriso. Purtroppo, però, il telefono è bloccato e nessuno della famiglia è riuscito a reperire la password per sbloccarlo.

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Corinaldo, 3000 euro per accedere al telefono della vittima

Intervistato da ‘Repubblica‘, Fazio Fabini ha spiegato di essersi rivolto alla Apple di Rimini, dalla quale gli hanno risposto che l’unica cosa da fare per accedere è resettare il telefono. Questa, però, è l’ultima cosa che vorrebbe fare, poiché l’intento sarebbe quello di accedere agli ultimi ricordi della figlia. Dalla Polizia Postale, invece, gli è stato detto che una possibilità esiste. C’è un’azienda a Monaco di Baviera che può sbloccarlo per 3.000 euro.

Proprio il fatto che ci sia un modo di sbloccare il dispositivo ha indisposto l’uomo che ha dichiarato: “Un conto è se Apple senza codice è inviolabile, un altro è se è solo una questione di prezzo”. D’altronde il telefono non serve più per le indagini e non c’è motivo che rimanga bloccato, dunque rivolge un accorato appello: “Vorremmo solo rivedere il sorriso di Emma, recuperare quell’ultima notte, forse anche il suo viaggio a Londra. Ritrovare i suoi ultimi mesi”.

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