Roghi di Centocelle, sospetti su una persona: la pista del gesto folle

Roghi di Centocelle, sospetti su una persona, si tratterebbe di un tunisino di 45 anni: la pista del gesto folle non legato alla criminalità organizzata.

(Facebook)

I roghi delle ultime settimane nel quartiere Centocelle di Roma potrebbero non avere nulla a che fare né con l’estrema destra della Capitale, né con la criminalità organizzata. Questa l’ultima delle tesi che sta emergendo in queste ore. Infatti, sembra che i Carabinieri del Casilino stiano cercando un tunisino di 45 anni senza fissa dimora che vive in zona. Sarebbe stato fermato dalla polizia già dopo l’incendio che distrusse gazebo e tavoli della pinseria Cento55 di via delle Palme.

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La pista del folle isolato nei roghi di Centocelle

Era il 9 ottobre scorso, quando si verificò quell’episodio: il tunisino venne visto lavarsi le mani da un residente, inoltre gli venne trovata in tasca una boccetta di alcol. Ora gli investigatori stanno visionando le registrazioni di telecamere della zona per capire se l’uomo si sia trovato nelle vicinanze degli altri roghi della scorsa settimana. Non è escluso dunque che dietro gli incendi della libreria Pecora Elettrica e di Baraka Bistrot ci sia il gesto di un piromane con problemi psichici.

Allo stesso tempo, l’uomo potrebbe anche aver agito su commissione. Sono tutte ipotesi da valutare in queste ore. Quel che è certo è che i commercianti iniziano ad arrendersi. Marco Nacchia, proprietario del Baraka Bistrot, a Radio Cusano Campus lascia intendere che probabilmente lui e la moglie non riapriranno più il locale.

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Le parole del proprietario di Baraka Bistrot

Nacchia pensa a un gesto ben architettato, che quindi cozzerebbe con la pista del folle isolato: “Quella notte avevamo chiuso l’esercizio da poco tempo, non abbiamo fatto in tempo ad arrivare a casa che subito ci hanno chiamato per dirci che c’erano dei problemi al locale e così ci siamo subito precipitati a vedere cosa fosse successo. Abitiamo a 700 metri dal locale quindi stavano proprio aspettando che chiudessimo per agire in quel modo”.

“Le immagini che abbiamo io e mia moglie di quella notte in cui abbiamo visto il locale completamente distrutto non ce le toglierà mai nessuno dalla testa, siamo stati colpiti in maniera totalmente inaspettata e ci è cambiata completamente la vita”, spiega ancora il proprietario del Baraka Bistrot, che chiede di non essere abbandonato. Infine annuncia: “Ad oggi la mia decisione è di non aprire più il locale anche se un eventuale aiuto mi farebbe riflettere di più”. Nei giorni scorsi, intanto, su GoFundMe è stata aperta una pagina a sostegno di Baraka Bistrot. I risultati non sembrano quelli sperati: raccolti infatti appena 2.500 euro su 40mila richiesti.

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