Caso Ragusa, Antonio Logli disse: “Mi levo questo peso dalla testa”

Caso della morte di Roberta Ragusa, Antonio Logli disse prima della sentenza della Cassazione: “Mi levo questo peso dalla testa”.

Roberta Ragusa

Si torna a parlare dell’uccisione di Roberta Ragusa, la donna, scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 da casa sua a Gello di San Giuliano. Lo scorso luglio, Antonio Logli, il marito della donna, è stato condannato dalla Cassazione a 20 anni di reclusione per aver ucciso e fatto sparire il cadavere della moglie. Ieri invece nel corso della trasmissione Quarto Grado, su Retequattro, è stato trasmesso un video inedito.

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Le ultime parole di Antonio Logli prima della condanna in Cassazione

Si tratta delle ultime ore da uomo libero di Antonio Logli, prima della condanna della Cassazione. L’imputato sottolinea: “Non vedo l’ora di essere a dopo la sentenza, così mi levo questo peso dalla testa”. L’uomo si è sempre proclamato innocente e prima dell’arresto sottolineava: “Se anche va male mi possono togliere tutto ma Dio no. Si dice che Dio vede e provvede. E mi sta dando tutto l’appoggio di cui ho bisogno”. Poi rifletteva: “Non ho paura. Sono preoccupato per i miei figli, quello sì. Se anche andassero male le cose combatterò fino all’ultimo per far uscire la verità”.

Antonio Logli sostiene di non essere uscito la sera dell’omicidio e di aver detto una sola bugia, quella su Sara Calzolaio: “Per il resto ho detto per filo e per segno quello che mi hanno chiesto. Ho temuto per Sara, ero preoccupato per lei, avevo paura che la sua famiglia si potesse arrabbiare con lei quindi non volevo che si sapesse. Dicono che ho fatto fuori Roberta per questo? Ma che problema c’era? Se c’hai un’altra hai mica bisogno d’ammazzare…però io ero proprio preoccupato per lei, infatti nel momento in cui mi ha detto ‘guarda io voglio che tu lo dica’, il giorno dopo sono andato e l’ho detto”. Infine, l’uomo ricorda i momenti vissuti insieme a Roberta Ragusa:”Gli unici scontri che abbiamo avuto erano sui ragazzi, sulla scuola. Poi una volta trovai la bimba con un Gameboy, io ero contrario. Le chiesi dove l’aveva preso e lei mi disse: ‘Me l’ha preso la mamma ma ha detto: Il babbo non deve saperne nulla’. Io non ero d’accordo su questo modo di fare, ma lei faceva sempre così. Faceva sempre le cose di nascosto”.

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