Vincent Lambert: dal 20 maggio sospesa l’alimentazione

Il caso di Vincent Lambert: dal 20 maggio sarà sospesa l’alimentazione, nuovi appelli e pareri medici per fermare quanto sta accadendo.

Vincent Lambert
(screenshot video)

Fa discutere la vicenda di Vincent Lambert, il cittadino francese in uno stato di coscienza alterata dopo un trauma cranico subito nel 2008 in un incidente stradale. Dal 2013 il suo medico curante, contro il parere dei genitori, chiede l’interruzione di alimentazione e idratazione e il 24 aprile 2019 il Consiglio di stato francese ha convalidato la decisione del medico di interrompere le cure. Il 30 aprile 2019, la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha rigettato l’appello dei familiari. Sul caso è intervenuta anche Federica Picchi, candidata all’Europarlamento con Fratelli d’Italia in centro Italia e nel nord ovest.

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Il conto alla rovescia per fermare le procedure su Vincent Lambert

Dal prossimo 20 maggio, lunedì, dovrebbero iniziare le procedure per il distacco della nutrizione e dell’idratazione: l’ultimo appello del 3 maggio a sospendere la procedura è del Comitato per i diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite (Crpd) ma a nulla è valso. La prof.ssa Assuntina Morresi, membro del Comitato Nazionale di Bioetica, in un’editoriale su ‘L’Avvenire’ ha fatto chiarezza sul caso: “L’ultima perizia medica ufficiale, del gennaio 2018, ha stabilito che il suo stato è irreversibile, ma è stata contestata pubblicamente da 55 specialisti del settore perché condotta con metodi non validati. Al tempo stesso, comunque, i medesimi medici ufficialmente incaricati hanno dichiarato che non è un’ostinazione irragionevole continuare a nutrirlo artificialmente. I tribunali, però, alla fine hanno concluso ugualmente per la sua morte”.

Da parte sua, Federica Picchi prosegue nella sua battaglia e sottolinea: “In Europa, nel 2019, nessuno deve morire di fame e di sete. Se Vincent venisse ucciso a seguito di mancata alimentazione, allora tutti gli essere umani, proprio nel momento di maggior bisogno potrebbero subire lo stesso trattamento”. La richiesta è ben precisa ed è diretta alle istituzioni europee: “Pretendiamo che il Parlamento europeo pubblicamente richiami il comportamento di un suo Stato membro che viola il diritto basilare alle cure e alla vita di un cittadino europeo”.

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