Dario Argento, chi è: carriera, vita privata e curiosità del maestro dell’horror

Dario Argento, il maestro dell’horror italiano, è sempre stato più o meno “snobbato” dal cinema tricolore, nonostante il grande successo dei suoi film. Ecco il suo profilo completo. 

Nato a Roma il 7 settembre 1940, Dario Argento è l’indiscusso maestro dell’horror italiano (e non solo), passione che ha trasmesso anche alla “figlia d’arte” Asia. Il noto regista è cresciuto a pane e cinema (il padre era produttore cinematografico e la madre fotografa di moda): abbandonato il liceo al secondo anno per andare a Parigi, dove ha vissuto “alla giornata” per un anno, e poi rientrato in Italia, dal 1957 ha collaborato con L’Araldo dello Spettacolo e, successivamente, con Paese Sera come critico cinematografico.

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La storia “da brivido” di Dario Argento

Ma la vera ambizione di Dario Argento era un’altra. Il film del debutto è stato “L’uccello dalle piume di cristallo” (1970), un mix di noir e horror realizzato a quattro mani con il padre, col quale fondò la società di produzione “S.E.D.A. Spettacoli”. Quell’opera prima racchiudeva in sé tutti gli ingredienti di quella che sarebbe stata la sua filmografia (con qualche richiamo a Sergio Leone, che Dario ha sempre considerato il proprio maestro). Seguiranno nel 1971 “Il gatto a nove code” e poi “Quattro mosche di velluto grigio”, a completare la la cosiddetta “Trilogia degli animali”.

Il 1974 fu l’anno dell’unico film fuori genere di tutta la carriera di Dario Argento, “Le cinque giornate”, un soggetto risorgimentale che non ebbe successo di critica né di pubblico. Un anno dopo quello che è universalmente riconosciuto il suo capolavoro universalmente, “Profondo rosso”, che segna il passaggio dal thriller all’horror con una colonna sonora ed effetti speciali memorabili (nel cast anche la sua compagna Daria Nicolodi, madre di Fiore e Asia, con la quale collaborò anche negli anni successivi).

Da ricordare anche “Suspiria” del 1977, primo capitolo della “Trilogia delle tre madri”, “Inferno” del 1980 e “Tenebre” del 1983, con il piccolo cammeo di una giovanissima Veronica Lario, futura moglie di Silvio Berlusconi. E ancora: “Phenomena” (1985),  “Opera” (1987), “Il fantasma dell’opera” (1988), “Trauma” (1992), “La sindrome di Stendhal” (1996), e “La terza madre” (2006), capitolo finale della trilogia. Ma anche “Phenomena” (1985) e il meno fortunato “Il cartaio” (2003).

Tra gli ultimi lavori di Dario Argento figurano “Giallo/Argento”, un thriller del 2009 con la partecipazione di Adrien Brody ed Emmanuelle Seigner, e “Dracula 3D”, del 2012, omaggio al celebre personaggio di Dracula rivisitato con la moderna tecnologia 3D. Cinquant’anni di onorata il carriera per un regista, sceneggiatore e produttore spesso snobbato dal cinema “alto”, ma non di meno gli sono valsi un David Speciale nel corso della 64ª edizione dei Premi David di Donatello.

EDS

 

 

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