Quarto Grado, Omicidio Vannini: ecco cosa hanno detto gli avvocati di Ciontoli

Ecco cosa hanno detto i legali di CiontoliQuarto Grado: questa sera si parla dell’omicidio Vannini e della sentenza della Corte d’Appello. Ospiti gli avvocati di Antonio Ciontoli che spiegano il perché la sentenza per loro è corretta.

Nella puntata di questa sera di ‘Quarto Grado’ si parlerà approfonditamente dell’omicidio Vannini e del processo d’Appello che ha suscitato clamore e indignazione in questi giorni. Il giudice della Corte d’Appello ha infatti ridotto la pena ad Antonio Ciontoli, accusato di aver ucciso il ragazzo, da 14 a 5 anni, cambiando il reato da omicidio volontario a omicidio colposo. Confermate invece le pene a 3 anni per la moglie ed i figli di Ciontoli. In modo da dare spazio a tutte le parti in causa, il programma ospita questa sera i legali della famiglia Ciontoli, Andrea Miroli e Pietro Messina, che esporranno la loro linea difensiva e spiegheranno per quale motivo la decisione del giudice è corretta.

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Quarto Grado, gli avvocati di Ciontoli: “Giusta la condanna”

La prima domanda a cui hanno risposto gli avvocati dell’uomo accusato dell’omicidio di Marco Vannini, riguardava la correttezza della condanna disposta dal giudice della Corte d’Appello: “Per poter parlare di omicidio volontario va dimostrata la volontà. La Corte d’Assise d’Appello ha applicato il massimo della pena per l’omicidio colposo”, spiegano gli avvocati che poi aggiungono: “Che poi qualcuno possa dire che vi è sproporzione tra la tragicità del fatto e la pena applicata, questa è una valutazione che non può essere additata ai magistrati”. In un secondo momento viene chiesto loro se Ciontoli dovesse essere assolto, una domanda a cui rispondono seccamente: “No, assolto in questi termini assolutamente no”. Infine esprimono un parere sulla posizione dei familiari per i quali punteranno ad un giudizio più mite alla Cassazione: “Il dibattimento ha dimostrato inequivocabilmente una differenza sostanziale nella consapevolezza tra Antonio e gli altri imputati. I due figli e la moglie sono stati indotti in errore dal padre”.

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