Il Tribunale di Malaga ha aperto una inchiesta ufficiale per trovare i responsabili che hanno costruito il pozzo in cui il bambino è caduto. “È abusivo”.
La vicenda di Julen, il bambino caduto in un pozzo a Totalan, nei pressi della località spagnola di Malaga, si svolgerà anche in tribunale. Infatti un giudice ha aperto una inchiesta ufficiale per individuare delle responsabilità su chi abbia realizzato il suddetto pozzo, che pare sia stato scavato soltanto nello scorso mese di dicembre. Pare che questa sia una pratica alquanto diffusa in quella parte dell’Andalusia, regione che specialmente d’estate vede diverse aree soggette a siccità. Stanno lavorando in proposito anche gli agenti della Policía Judicial appartenenti alla Guardia Civil di Vélez-Málaga, hanno fatto sapere fonti dell’Agencia EFE vicine al caso. Con loro collabora pure il Servicio de Protección de la Naturaleza (Seprona). Verranno verificati gli eventuali permessi del caso, se ci siano o meno, ma il sospetto è che il pozzo – in realtà poco più di una buca – sia abusivo.
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Julen, si scava senza sosta nonostante i tanti intoppi
Si continua intanto a scavare per arrivare il più presto possibile a Julen. Il bimbo si trova intrappolato da solo, sotto terra al freddo e senza cibo, da ormai 11 giorni. A soli 2 anni è purtroppo molto difficile che il suo fisico possa aver retto ad una simile, tremenda situazione. Ma i soccorsi non si arrestano, nonostante le numerose difficoltà riscontrate nello scavare dei tunnel sotterranei per arrivare nell’area del sottosuolo nella quale il bambino si ritiene possa trovarsi. Proprio oggi sono sorte ulteriori problematiche nella realizzazione del passaggio in verticale al cui interno installare un ascensore.
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