Scrisse ‘Forza Vesuvio’ sui social, “Non è reato”

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Prosciolta per non aver compiuto alcun reato. Scrisse “Forza Vesuvio”

La leghista Donatella Galli, ai tempi consigliera regionale del Carroccio alla Regione Lombardia, scrisse “Forza Vesuvio” sui social. Oggi ha la rivincita.

Fece scalpore la vicenda di Donatella Galli e della sua scritta ‘Forza Vesuvio‘ La donna è stata una consigliera regionale della Lega Nord e sui social network si lasciò andare ad uno sfogo più che censurabile contro Napoli ed i napoletani ma non solo. Nel suo passaggio postato su Facebook ai tempi, la Galli scrisse in particolare: “Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili”. Questo suo atteggiamento del tutto sconsiderato e guidato da estreme leggerezza ed ignoranza le costò una condanna in primo grado. Ma adesso è arrivata la sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha rigettato la decisione originaria dei giudici. Donatella Galli ha vinto il ricorso e nelle motivazioni della sua assoluzione si legge. “La signora ha utilizzato in forma “sgradevole e rozza un luogo comune intriso più di ignoranza che di dato ideologico […] senza mettere in atto, però, alcuna condotta propagandistica”.

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“Forza Vesuvio” sui social non viola la legge, assolta Donatella Galli

Per questo motivo si è vista annullare la condanna ed è stata prosciolta da ogni addebito. La Galli venne citata in giudizio dall’avvocato Angelo Pisani, uno dei legali più attivi sul fronte civile a Napoli. Pisani – che in passato ha assistito anche Diego Armando Maradona – è presidente della VIII Municipalità del capoluogo campano. La denuncia nei confronti della leghista venne motivata dal fatto che le sue frasi becere erano atteggiamenti da inquadrare nel novero di “istigazione alla violenza ed all’odio razziale”. La difesa della donna ha sempre portato a minimizzare tale condotta invece, cercando di far passare il tutto come mero sfottò. Estremamente di cattivo gusto. Il giudice respinse tale tesi l’anno scorso, condannando la Galli a 20 giorni di galera ed al pagamento delle spese processuali. Inoltre avrebbe dovuto anche risarcire Pisani che si era costituito parte civile.

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