Entrare in Nuova Zelanda: obbligatorio dare la password dello smartphone alla dogana

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Controlli in aeroporto (iStock)

Per entrare in Nuova Zelanda sarà obbligatorio dare alla dogana la password (pin) di sblocco dello smartphone. La misura che sta facendo discutere.

Una nuova norma sui controlli di sicurezza alle dogane degli aeroporti in Nuova Zelanda sta facendo discutere tutto il Paese per via delle forti intrusioni nella privacy dei viaggiatori.

In Nuova Zelanda, infatti, è stata approvata una nuova legge che obbligherà i viaggiatori a dare alla dogana la password o il pin di sblocco del proprio telefono cellulare, smartphone, dispositivo mobile. In caso di rifiuto è prevista una multa pesante.

Per entrare in Nuova Zelanda si dovrà dare la password dello smartphone

Se state programmando un viaggio in Nuova Zelanda, sappiate che le norme sui controlli alla dogana nei confronti di chi entra nel Paese sono diventate molto rigorose e potrebbero non piacervi.

Gli agenti alla dogana, infatti, potrebbero chiedervi di sbloccare i vostri telefoni cellulari o altri dispositivi mobili affinché possano essere ispezionati. Dovrete sostanzialmente inserire il codice Pin (Personal Identification Number) o la password per permettere agli agenti di introdursi nel vostro smartphone.

In questo modo gli agenti della dogana potranno leggere i vostri messaggi, la vostra posta elettronica, l’attività sui social. I dati dell’utente potranno anche essere copiati.

L’ispezione dello smartphone o dispositivo mobile è consentita dalle nuove norme nei casi in cui gli agenti alla dogana dovessero sospettare che la persona in possesso del dispositivo sia coinvolta o stia per commettere un reato grave. Dunque si applica solo in certi casi, ma la disposizione di legge è molto generica e si presta facilmente ad abusi. Si tratta di una forte violazione della privacy, che è stata denunciata dagli attivisti neozelandesi.

Un portavoce delle dogane neozelandesi ha assicurato che una volta che il dispositivo mobile è stato sbloccato, gli agenti effettueranno “ricerche preliminari” con il dispositivo impostato in “modalità aereo”, per controllare solo i file salvati su smartphone o computer e non l’attività sul web o qualunque altra informazione caricata sui servizi cloud.

La nuova normativa si applica non solo ai visitatori stranieri nel Paese, ma anche ai neozelandesi che rientrano in patria.

Se le persone che entrano in Nuova Zelenda dovessero rifiutarsi alla dogana di sbloccare smartphone e dispositivi mobili, potranno essere perseguite e sanzionate con una multa fino a 5.000 dollari neozelandesi, pari a circa 3.200 euro. In casi estremi gli agenti potranno anche confiscare lo smartphone o il dispositivo mobile del turista.

Si tratta delle nuove norme di sicurezza introdotte dal Customs and Excise Act 2018, entrato in vigore a inizio ottobre e che ha aperto un vivace dibattito in Nuova Zelanda.

Già altre leggi nel mondo consentono agli agenti delle dogane di ispezionare cellulari e dispositivi mobili dei viaggiatori, ma finora nessuna legge al mondo aveva introdotto multe per i viaggiatori che si rifiutassero dare password o pin, come in Nuova Zelanda.  Ad esempio negli Stati Uniti i visitatori che rifiutano di dare l’accesso ai propri smartphone possono vedersi negare l’ingresso nel Paese

Le associazioni a tutela delle libertà civili in Nuova Zelanda hanno contestato la legge: “Gli smartphone moderni contengono una gran quantità di informazioni private, altamente sensibili, come email, lettere, dati medici, foto personali e foto intime”, ha affermato Thomas Beagle, presidente del New Zealand Council for Civil Liberties (CCL). Come riporta l’Independent.

“Permettere alle dogane di chiedere di esaminare e prendere tutte queste informazioni è una grave invasione della privacy personale sia della persona che possiede il dispositivo mobile sia delle persone con cui ha comunicato. La realtà di questa legge è che dà alle dogane il potere di prendere e forzare lo sblocco degli smartphone delle persone senza giustificazione o possibilità di appello – e questo è esattamente quello che le dogane hanno sempre voluto”.

La nuova legge neozelandese impone che i funzionari delle dogane debbano avere un “motivo ragionevole” per condurre una ricerca nei dispositivi mobili dei viaggiatori, ma la New Zealand Council for Civil Liberties ha sottolineato, in una dichiarazione, che il personale di frontiera “non deve provare dare prova di questo prima di confiscare il tuo dispositivo, né esiste un modo per protestare o fare appello al momento della confisca“.

Per entrare in Nuova Zelanda agli italiani basta il passaporto senza visto.

A cura di Valeria Bellagamba

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