Calabria, ucciso a colpi di pistola mentre era a bordo piscina

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In Calabria un killer ha sparato ad un bagnante a volto scoperto: moltissimi turisti ma nessun testimone per quello che appare come un regolamento di conti.

A Nicotera Marina, in Calabria, un bagnante era sdraiato a bordo piscina intento a prendere il sole nello stabilimento balneare il Gabbiano. Improvvisamente, un killer si è avvicinato a volto scoperto ed ha esploso alcuni colpi di pistola a distanza ravvicinata. I turisti che si trovavano nello stabilimento hanno iniziato a fuggire e, successivamente, nonostante la vittima fosse stata colpita da un uomo dal volto visibile, nessuna delle persone presenti durante la sparatoria ha saputo darne una descrizione adeguata, tanto da aiutare i carabinieri per la creazione di un identikit.

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Ucciso a colpi di pistola mentre era a bordo piscina: chi era la vittima

Il bagnante, che si trovava a bordo vasca ed è stato brutalmente assassinato a colpi di pistola dal killer, era Francesco Timpano, 45enne già scampato alla morte e personaggio noto alle Forze dell’Ordine. Il 45enne era indagato per reati riguardanti spaccio e detenzione di droga ed i carabinieri della Compagnia di Tropea , risaliti al probabile movente del killer, sono già sulle tracce dello stesso. Francesco Timpano è sfuggito, infatti, a più di un attentato perpetrato ai danni della sua famiglia da Francesco Olivieri.  In una prima occasione il killer Olivieri ha crivellato a colpi di pistola l’automobile di Vincenzo Timpano, fratello della vittima, ed in seguito è entrato in un bar di Limbadi uccidendo 2 persone e ferendone 3, tra cui Pantaleone Timpano, secondo fratello di Francesco.

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L’omicida Francesco Olivieri ha successivamente deciso di costituirsi spiegando le ragioni del suo gesto come di un regolamento di conti con la famiglia Timpano, rea di aver ucciso suo fratello ed essersi inserita nel traffico di droga della zona di Nicotera-Limbadi, territorio della sua famiglia. Non lo stesso killer, dunque, ma il movente dell’omicidio potrebbe essere riconducibile al traffico di stupefacenti.

Marta Colanera

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