Niccolò Bettarini, il gip: “Gli aggressori volevano ucciderlo, salvo grazie ad un amico”

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Niccolò Bettarini in ospedale con la madre, Simona Ventura

Niccolò Bettarini ha rischiato seriamente di perdere la vita nell’aggressione subita la scorsa settimana in discoteca. “Volevano ucciderlo”.

La vicenda relativa a Niccolò Bettarini, il figlio dell’ex calciatore Stefano e di Simona Ventura, presenta un ulteriore sviluppo. Il giovane, accoltellato tra sabato e domenica scorsi, secondo quanto riportato nel suo verbale dal gip di Milano, Stefania Pepe, “è riuscito a salvarsi grazie all’intervento provvidenziale di un suo amico, il quale faceva parte del gruppo con cui si trovava il 19enne. In caso contrario l’aggressione subita avrebbe anche potuto costargli la vita“. Il gip si è espresso in merito all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei quattro aggressori, due italiani e due albanesi, alcuni dei quali con dei precedenti. Ora tutti loro devono rispondere di tentato omicidio.

Niccolò Bettarini, riscontrate delle aggravanti: “Volevano ucciderlo”

Il referto riporta anche che tale accusa “è giustificata dal comportamento violento tenuto dai quattro, i quali hanno colpito per produrre conseguenze mortali avvalendosi del fatto di essere superiori in numero, assieme alla loro combriccola”. In totale i malintenzionati erano circa 15. L’esecutore materiale della coltellata inferta a Niccolò Bettarini sarebbe il 29enne italiano Davide Caddeo. Gli altri imputati si chiamano Alessandro Ferzoco, Andi Arapi ed Albano Jakei. Tutti loro, interrogati in tribunale nel processo per direttissima che li vede implicati, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Anche la fidanzata di Niccolò si è posta in difesa di quest’ultimo, reagendo agli energumeni che lo hanno poi ferito.

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