Grattacielo più bello del mondo: vince Milano

grattacielo più bello del mondo
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Grattacielo più bello del mondo: Pochi giorni fa vi avevamo mostrato i grattacieli più spettacolari e anche i più innovativi dal punto di vista architettonico, tecnologico ed estetico. E se si parla di innovazione non si può non citare il Bosco Verticale che si trova in Porta Nuova a  Milano. Adesso arriva anche la conferma ufficiale e questo edificio viene eletto il grattacielo più bello del mondo vincendo l’International Highrise Award, concorso indetto dal Museo di Architettura di Francoforte. Il premio, nato nel 2003 grazie allo sforzo congiunto della città di Francoforte, del Museo dell’architettura di Francoforte (DAM) e di DekaBank, che finanzia il progetto, è rivolto a tutti quegli edifici non inferiori ai 100 metri di altezza. Tra i parametri di giudizio, sostenibilità, design, qualità degli spazi e integrazione con il contesto urbano. Quest’anno  sono stati valutati oltre 800 grattacieli e il nostro gioiello milanese era entrato nella cinquina finalista già a settembre.

Grattacielo più bello del mondo: tra natura e architettura

A contendere il titolo mondiale c’erano l’edificio olandese De Rotterdam disegnato da Rem Koolhaas con il suo studio OMA, gli edifici One Central Park di Sydney e Renaissance Barcelona Fiera Hotel progettati dallo studio parigino di Jean Nouvel e il complesso cinese Sliced Porosity Block di Chengdu disegnato da Steven Holl. Alla fine ha avuto la meglio il Bosco Verticale di Boeri Studio e realizzato da Hines Italia e le motivazioni ufficiali dell’assegnazione del premio sono: “Il Bosco Verticale è un progetto meraviglioso! Espressione del bisogno umano di contatto con la natura. I grattacieli boscosi sono un vivido esempio di simbiosi tra architettura e natura. Il progetto è un’idea radicale e coraggiosa per le città di domani, rappresenta sicuramente un modello per lo sviluppo di aree ad alta densità di popolazione in altri paesi europei”.

Non servono molte altre parole, se non la soddisfazione per una volta di essere italiani e di essere ancora capaci di stupire il mondo e di primeggiare per l’ennesima volta nel campo dell’architettura.

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