Tragedia Costa Concordia. Torna la vita sui fondali dell’isola del Giglio

Getty Images
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Anche se la tragedia della Costa Concordia, affondata nell’acque dell’isola del Giglio sembra essere un ricordo di molto tempo fa, la ferita che ha causato nel cuore di moltissime persone è ancora viva e, anche per quanto riguarda la natura, il relitto ha lasciato molti detriti che hanno danneggiato la fauna marina. Si parla di oltre 7mila metri quadrati con oltre 3mila coralligeni distrutti e, gli animali, sono stati trasferiti altrove prima di poter essere re-inseriti nel loro habitat naturale.

Dopo la rimozione della Costa Concordia, in viaggio verso Genova per essere definitivamente smantellata, i fondali stanno però lentamente tornando a vivere e riprendono ad essere meta ambita dai sub di tutto il mondo che qui un tempo trovavano animali e piante di rara bellezza da poter osservare in pace. Tutta l’area dell’isola infatti è anche un paradiso per i delfini che, fortunatamente, non hanno risentito della presenza della nave. Anche a livello di inquinamento chimico, l’Arpat della Toscana ha rilevato che non vi è stato un inquinamento grave.

Secondo le analisi portate avanti dall’Università di Roma durante le operazioni di recupero del relitto della Costa Concordia, inoltre, vi sono due elementi di grande importanza che segnalano la ripresa della vita sottomarina:

  • la prateria di posidonie
  • il coralligeno

Per quanto riguarda la prateria di posidonie si tratta semplicemente di erba marina fondamentale per molti pesci che era quantitativamente molto diminuita dopo l’incidente. Il coralligeno invece, come si legge su Focus, è una roccia ricoperta da alghe e altri abitanti del mare che sta tornando a vivere.  Grazie al ritorno di questi due elementi e della prateria, dopo aver proceduto con una completa bonifica della zona, gli ecosistemi marini potranno tornare a vivere.

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