Salento, oltre 30 km di costa chiuse dalla Capitaneria di porto

Salento

Spiagge chiuse nel Salento/Roma – La Capitaneria di porto di Gallipoli, molto attenta alla sicurezza, ha chiuso altri 30 km di costa nello splendido Salento, una delle mete preferite per le vacanze estive, vietando la balneazione, la navigazione e la pesca.

I comuni interessati dall’ordinanza della Capitaneria di porto sono

  • Andrano,
  • Castrignano del Capo,
  • Diso,
  • Gagliano del Capo,
  • Alessano (porticciolo di Novaglie),
  • Porto Cesareo,
  • Racale,
  • Tiggiano e
  • Tricase,

che si aggiungono ad altri paesi per i quali il divieto era già stato emanato,

  • Melendugno,
  • Vernole,
  • Otranto,
  • Castro e
  • Santa Cesarea Terme.

in tutto quindi, al momento, 50 i chilometri di spiaggia chiusi.

Il Procuratore di Lecce, Cataldo motta, in una conferenza stampa ha spiegato le motivazioni che hanno indotto a questa ordinanza dichiarando cheil rischio che le falesie vengano giù è concreto e troppo poco è stato fatto negli ultimi anni per porvi rimedio. I sopralluoghi effettuati dai militari di recente hanno portato alla luce una situazione a tratti disastrosa, caratterizzata da ‘dissesto idrogeologico e instabilità della costa’, come rilevato dal Pai (Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico), portando già a marzo alla chiusura di ampi tratti di litorale”.

Nei giorni scorsi poi l’ordinanza è stata allargata anche ad alcuni tratti del comune di Otranto che riguardano zone molto frequentate dai bagnanti come la Baia dei Turchi, Orte, Cave del Serpe, la Palascia, mentre per la zona della Caciulara a Melendugno il divieto è stato revocato.

Il procuratore ha poi anche aggiunto che revocare tale ordinanza è l’obiettivo finale dell’attività di prevenzione in corso, a cui si può arrivare soltanto dopo un lavoro di verifica dell’Autorità di bacino, chiamata a stabilire l’effettivo grado di rischio delle falesie”, poi cercando di tranquillizzare amministratori, operatori balneari e avventori ha anche aggiunto “Nessun allarmismo, inibire determinate attività in alcune zone significa tutelare la sicurezza e anche avviare un lavoro di revisione del Pai, grazie a questi provvedimenti che definirei interlocutori“.

Anche il procuratore aggiunto Ennio Cillo confermaL’obiettivo è trascorrere un’estate senza rischi, non ha senso tutelare la costa se non è fruibile in sicurezza. È chiaro che esiste un momento di disagio quando si afferma la situazione di rischio ma trovo positivo che i sindaci abbiano avviato attività di verifica dei singoli casi e che presto la mappa dei rischi potrebbe essere ridefinita“.

Ora tutto è in mano ai sindaci che dovranno muoversi per sollecitare eventuali interventi di messa in sicurezza.

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