Non c’è bisogno di volare fino agli Stati Uniti d’America per godere di uno spettacolo paesaggistico che simboleggia in modo evidente l’azione degli agenti atmosferici e dell’acqua sulla terra: di canyon ne abbiamo anche in Italia ed uno di questi è talmente affascinante da aver condizionato i pensieri e le opere del grande artista italiano.
Quando si parla di canyon scavati nella roccia, ossia di valli che si sono formate nel corso dei secoli in seguito al prosciugamento di corsi d’acqua e all’azione erosiva di pioggia e vento, la mente corre immediatamente al più grande esempio paesaggistico di questo genere, ossia il Grand Canyon che rappresenta una delle mete naturalistiche più blasonate degli Stati Uniti e che è diventato il simbolo principale dell’Arizona.

Sebbene non raggiungano le dimensioni e la magnificenza di quello americano, in giro per il mondo esistono zone molto simili e bellissime da visitare. In Italia esistono diversi Canyon (quelle che da noi si chiamano gole), come ad esempio le Gole dell’Alcantara in provincia di Messina (Sicilia), ma per trovare un paesaggio simile a quello americano bisogna andare in Toscana, più precisamente tra Firenze ed Arezzo.
Proprio tra i due capoluoghi toscani si trovano le Balze del Valdarno, delle imponenti formazioni rocciose che fanno da sfondo ad una valle che milioni di anni fa era il letto di un grosso lago. La storia di questo luogo inizia 3 milioni di anni fa, quando tutta la zona era ricoperta da acqua, qui i corsi fluviali trasportavano polveri e sedimenti di roccia che si accumulavano sul fondale.
Questo processo è durato milioni di anni, finché circa 100mila anni fa le acque del lago non si sono quasi del tutto prosciugate facendo emergere guglie, pinnacoli e canyon di argilla dal color ocra. La forma attuale delle Balze è stata modellata dall’azione degli agenti atmosferici e si tratta di una forma non definitiva, poiché ancora oggi questi levigano le rocce modificandole in modo impercettibile per l’occhio umano.
La fascinazione delle Balze di Valdarno su Leonardo da Vinci e i percorsi da seguire
Questa zona della Toscana ha influenzato in maniera diretta anche il genio di Leonardo Da Vinci. L’artista rinascimentale si è soffermato a lungo ad osservare e studiare questo paesaggio, prendendone nota nei suoi scritti. In questi si osserva come Leonardo avesse una conoscenza geologica simile a quella moderna e sicuramente avanzata rispetto al periodo storico in cui viveva. Tra le pagine si legge una descrizione minuziosa di come i corsi fluviali avessero modellato tutta la valle.

Ma al di là dell’anno passato a studiare la conformazione e l’origine di quella valle (Leonardo la studiò tra il 1502 e 1503), quel paesaggio gli rimase talmente impresso da riportarlo in quella che è la sua opera più famosa, la Gioconda. Dietro le spalle della Monnalisa è possibile infatti osservare un paesaggio che ricorda le Balze. Fino a poco tempo fa si pensava che il ponte che si vede sulla destra fosse quello di Buriano, ma ipotesi più recenti convergono sul Ponte Romito di Laterina, che si trova in prossimità delle Balze.
Al di là delle curiosità geologiche e storiche su questo luogo, cosa c’è effettivamente per i turisti. La zona è un paradiso per appassionati di escursioni e trekking. Ci sono diversi percorsi che si possono intraprendere ma i due più noti e suggestivi sono quello dell’acqua Zolfina – un percorso ad anello di 7 Km che offre la possibilità di godere di scorci mozzafiato – e l’anello di Piantravigne, che culmina proprio nel borgo omonimo, da quale si ha un punto di osservazione ideale di tutta la vallata.





