Torri che svettano su un paesaggio mozzafiato e nascondono storie di paura: alla scoperta di Castello di Arco

Il Castello di Arco è uno di quei luoghi che riesce a rievocare nella mente poemi cavallereschi e storie fantastiche, un bastione che si erge su di una vallata rigogliosa e che si specchia su di uno splendido corso d’acqua, esattamente come quando è stato costruito in epoca medievale.

In lontananza le torri svettano e sembrano quasi lambire il cielo, come se ci trovassimo di fronte ad una creazione tra le più ispirate di Miyazaki che per l’occasione si è posata all’interno di una valle verdeggiante del nostro paese. Avvicinandosi a questa costruzione antica la sensazione di stupore non si fa meno intensa, poiché si nota che quelle torri appartengono ad un castello abbarbicato su una roccia che domina isolata tutta la zona circostante.

Il Castello d'Arco fotografato da lontano
Torri che svettano su un paesaggio mozzafiato e nascondono storie di paura: alla scoperta di Castello di Arco – viagginews.com

La scelta non è stata casuale, chi ha deciso di costruire questa fortezza medievale lo ha fatto considerando la posizione dominante della formazione rocciosa, in grado di dare un vantaggio notevole ai suoi abitanti e difensori, i quali potevano dall’alto delle torri controllare tutta la zona senza fatica, avvistando in tempo chiunque volesse provare un assalto.

Secondo quanto emerge dalla storia di questo luogo, nel periodo di massimo splendore del Castello di Archi, posizionato in sommità della valle omonima, il maniero possedeva 110 stanze e 365 finestre dalle quali affacciarsi, numeri che non sono casuali bensì scelti in base a teorie oggi desuete come la numerologia e la cabala.

Dalla sommità è possibile ammirare verdeggianti vigneti, il borgo di Arco, la città di Riva del Garda, le montagne che circondano e proteggono la vallata ma anche una parte del fiume Sacra che si trova nella provincia di Trento. Per raggiungere questo luogo incantato e sospeso nel tempo si può prendere l’autostrada o scegliere il più suggestivo percorso ciclabile Valle dei Laghi che parte da Linfano.

La storia e le leggende sul Castello di Arco

La storia di questo maniero inizia nel Medioevo, quando la famiglia d’Arco decise di costruire una fortezza che potesse consentirle di difendersi dalle costanti scorribande di briganti e invasori, in quel periodo decisamente frequenti. La caduta dell’Impero Romano d’Occidente aprì infatti ad un’epoca in cui mancava spesso e volentieri un potere centrale in grado di difendere le varie zone del Paese, favorendo la nascita di fortificazioni e castelli su tutto il territorio.

La torre del Castello D'arco vista dall'alto
La storia e le leggende sul Castello di Arco – viagginews.com

Lungo i secoli successivi la famiglia nobiliare continuò a mantenere il possesso del castello, anche se non sono mancati incendi, assedi, invasioni e battaglie che hanno costretto nel tempo a varie ristrutturazioni e ricostruzioni. L’ultima discendente della famiglia d’Arco, Giovanna, ha posseduto il castello fino al 1982, anno in cui la proprietà è passata al Comune.

Proprio il Comune ha provveduto alla ristrutturazione del maniero e alla creazione di un percorso panoramico per raggiungerlo e visitarlo. Oggi infatti chiunque si trovi in zona può liberamente accedere e visitare ciò che resta del castello e immaginare come tra corti e stanze vivessero i nobili e la popolazione locale nel periodo di massimo splendore.

Al Castello di Arco sono legate diverse leggende, la più nota è quella del fantasma di Antonio, esponente della famiglia d’Arco che si suicidò all’interno di quelle mura nel 1389. Secondo un’altra leggenda il brigante Ottavio Avogadro veglierebbe ancora sui tesori nascosti nei seminterrati.

Nella zona si sostiene sia il castello più infestato di tutto l’Alto-Adige e secondo una leggenda ancora più antica le mura e le torri sarebbero stati costruite in una sola notte, nientemeno che da Lucifero in persona. Ciò che è certo è che il maniero conserva intatto il suo fascino, lo stesso che spinse il pittore tedesco Albrecht Dürer a ritrarlo in un dipinto nel 1495.

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