Microsoft sta investendo forte sull’Intelligenza Artificiale e su Open AI, ma dai bilanci non si evince in che modo questa scommessa per il futuro stia pesando sui bilanci dell’azienda e questo spaventa non poco gli azionisti del gigante di Redmond.
Quando si parla di Microsoft ci si riferisce ad una delle aziende più importanti e floride del mondo, dunque la perdita di capitale o gli investimenti infruttuosi non comportano certo il rischio di chiusura della multinazionale. Chiarito questo è anche logico che trattandosi di un’azienda quotata in borsa – la cui capitalizzazione attuale è pari a 3.900 miliardi di dollari – nonché costantemente tra il primo ed il secondo posto per valore e capitalizzazione, ogni insuccesso può gravare pesantemente sugli azionisti e sugli investimenti fatti.

Il colosso di Redmond da già da un paio d’anni ha deciso di puntare forte sull’Intelligenza Artificiale e come spesso fatto in passato ha scelto di sfruttare una tecnologia esterna e già consolidata per trarne un vantaggio diretto. Sviluppare un’AI interna e proprietaria avrebbe richiesto anni di progettazione e sviluppo e con ogni probabilità avrebbe portato – almeno inizialmente – a risultati inferiori a quelli offerti dalla concorrenza.
Per questa ragione Microsoft ha stretto un accordo con Open AI – azienda proprietaria di ChatGPT – per far sì che i loro modelli AI potessero essere implementati in Copilot, AI di Microsoft che gestisce le funzionalità di tutti i principali programmi di lavoro sviluppati dall’azienda americana.
Questa scelta ha dato un enorme vantaggio commerciale a Microsoft, dato che adesso non c’è in giro nessun programma di lavoro che possa rivaleggiare in quanto a funzionalità e affidabilità con i suoi. Ma questo vantaggio commerciale come ha influito sui bilanci del colosso di Redmond?
Bilanci poco chiari, gli azionisti sono diffidenti sulle perdite generate dall’investimento in Open AI
Ma perché se la scelta è proficua per la vendibilità e la competitività spaventa gli azionisti. Tutto nasce dalla pubblicazione dei bilanci di fine anno avvenuta lo scorso giugno. Come spesso fa l’azienda americana quando i costi possono generare un crollo del valore azionario, anche in questo caso la voce riguardante le perdite è stata opportunamente celata.

Non esiste infatti una voce specifica sull’investimento nell’Intelligenza Artificiale e si è portati a pensare che la perdita sia da rintracciare nella voce “Altro, netto” che equivale a 4.7 miliardi di dollari. Come fa notare il Wall Street Journal, però, la cifra indicata non convince, anche perché in quella dovrebbero rientrare anche ulteriori spese, ma per quale motivo è possibile che questa voce risulti non veritiera?
L’ordinamento americano impone che il patrimonio netto s’imponga nel caso in cui un’azienda eserciti un’influenza su un’altra compresa tra il 20 ed il 50%. In tal caso dunque questa va dichiarata nei bilanci annuali. Open AI ha un valore di mercato di 500 miliardi di dollari e supponendo che Microsoft abbia diluito l’investimento sotto il 49%, il valore equo della sua posizione di mercato sarebbe comunque di 100 miliardi dollari.
Ciò nonostante Microsoft ha dichiarato che i propri investimenti valutati con il patrimonio netto equivalgono a 6 miliardi di dollari (la stessa cifra dell’anno precedente quando Open AI non rientrava nel bilancio) com’ è possibile, che fine ha fatto il resto dei 13,75 miliardi impegnati?
Le spiegazioni possono essere due, o le perdite di Open AI di quest’anno hanno eroso il valore dell’investimento fatto da Microsoft fino a farlo scendere di oltre la metà, oppure che la maggior parte dell’investimento non sia stata indicata come patrimonio netto. Questo secondo scenario è il più plausibile, poiché una volta che il valore raggiunge lo 0, le successive perdite non debbono essere messe a bilancio.
A breve Microsoft presenterà i bilanci del primo trimestre fiscale del 2025 e se anche in questo caso le spese per Open AI verranno celate gli investitori potrebbero nutrire forti dubbi sul reale beneficio di questa partnership ai fini commerciali ed essere più cauti nell’accordare fiducia.





