I giudici della Corte di Cassazione hanno emesso una sentenza che di fatto cambia le regole per l’ottenimento dell’Assegno sociale Inps. Tutti i dettagli.
Quando si parla di Assegno sociale si intende la prestazione assistenziale dedicata agli anziani in difficoltà economica. Non è perciò una pensione contributiva, anche se viene pagato dall’Inps previa domanda.

L’Assegno sociale è destinato a chi ha redditi molto bassi, vive in Italia in maniera stabile da almeno dieci anni ed ha compiuto almeno 67 anni. Si tratta di una misura di sostegno che non viene tassata e non né cedibile né ereditarie, a differenza di quanto avviene ad esempio con la pensione di reversibilità. L’obiettivo è garantire una vita dignitosa a chi non ha una pensione ed ha a disposizione per sopravvivere redditi bassissimi.
Ma cosa c’entrano in tutto questo la separazione dal coniuge e l’assegno di mantenimento? Per fare chiarezza bisogna sottolineare che già con l’istituto della separazione, senza arrivare al divorzio, un giudice può stabilire che vada versato, da un coniuge all’altro, un assegno di mantenimento. Ciò accade quando si è in presenza di una disparità di reddito. O ad esempio quando un uomo, separato dalla moglie, non ha i mezzi per sopravvivere.
Assegno sociale e mantenimento, la decisione della Suprema Corte
Tutto questo nonostante la separazione non scioglie in maniera definitiva il matrimonio, ma interrompe la convivenza e doveri come la fedeltà e la coabitazione. A differenza dell’Assegno sociale che è statale, insomma, quello di mantenimento è di fatto una somma, di carattere privato, che un coniuge paga all’altro a seguito della pronuncia di un Tribunale. È un obbligo familiare la cui ratio è da ricercare nel principio della solidarietà coniugale.
L’Istituto nazionale di previdenza negli anni, in diversi casi, ha negato l’Assegno sociale a persone che, non avendo chiesto il mantenimento all’ex coniuge, si pensava non fossero in una vera condizione di bisogno. È per questo motivo che è intervenuta la Corte di Cassazione. Gli Ermellini, con la sentenza numero 23407 del 2025, hanno ribaltato le decisioni dell’Inps in merito all’Assegno sociale.

Sostanzialmente una persona può ottenere l’Assegno sociale erogato dall’Istituto anche se al momento della separazione dall’ex coniuge non ha chiesto il mantenimento. A contare è la condizione economica reale. Se una persona è senza redditi o con redditi molto bassi, ha comunque diritto all’Assegno sociale anche se non percepisce nulla dall’ex coniuge.
Si tratta di una sentenza fondamentale, che consolida, o meglio ripristina, i principi di tutela della dignità e di giustizia sociale. Lo Stato, rappresentato in questo caso dall’Inps, è chiamato a fotografare la situazione presente ed effettiva. E quindi non le scelte compiute in passato durante un momento delicato come può essere una separazione. La Suprema Corte ha sgombrato il campo dagli equivoci. Già in passato, tra il 2021 ed il 2022, alcuni giudici italiani, chiamati in causa dai Patronati, avevano ottenuto sentenze simili.





