Lo Spid non sarà più gratuito come è successo fino ad ora. Quale si pagherà e quale invece resterà gratuito.
Il Sistema Pubblico di Identità Digitale utilizzato da oltre 39 milioni di italiani per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione come Inps, Agenzia delle Entrate, anagrafe, sanità digitale e bonus statali, non sarà più sempre gratuito. Alcuni gestori, infatti, hanno deciso di introdurre un canone annuale.

I primi a muoversi in questa direzione sono stati Aruba e InfoCert, che hanno avviato la transizione verso un modello a pagamento per il rinnovo delle identità digitali. La novità ha sollevato critiche da parte delle associazioni dei consumatori, tra cui il Codacons, che ha parlato di “scorrettezza istituzionale” e annunciato possibili azioni risarcitorie nei confronti dello Stato e dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Perché diventa a pagamento? Questione di soldi, perché mancano i fondi promessi dal governo per sostenere i costi di gestione: i 40 milioni di euro destinati ai provider risultano ancora bloccati.
Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha assicurato che le risorse verranno sbloccate quando scadrà l’attuale convenzione tra lo Stato e i fornitori del servizio. Il problema è che la data di scadenza era il 28 luglio 2025 e si attendono notizie nuove. Tuttavia, anche con i fondi in arrivo, chi ha già scelto di rendere il servizio a pagamento non sembra intenzionato a tornare indietro.
Spid a pagamento e Spid gratuiti: è ora di cambiare?
Lo Spid è diventato ormai fondamentale per accedere a tutte le piattaforme della pubblica amministrazione, sono pochi gli italiani a non averlo.

Come si stanno muovendo i provider. Aruba ha introdotto il pagamento a partire da maggio 2025: il primo anno di attivazione resta gratuito, ma dal secondo è previsto un costo di 4,90 euro più Iva all’anno. Poca cosa, certo, ma provate a moltiplicare la cifra per 39 milioni. InfoCert usa una misura simile, con un costo di 5,98 euro Iva inclusa. È bene sapere che, in questo caso, il rinnovo non è automatico: l’utente dovrà esprimere esplicito consenso, altrimenti l’identità digitale verrà disattivata senza alcun addebito. Per chi intende disdire il servizio Spid con InfoCert, è possibile farlo tramite Pec (revoca.spid@legalmail.it), raccomandata o tramite assistenza sul sito ufficiale dell’operatore.
Per fortuna non tutti i provider hanno introdotto costi. Il principale operatore sul mercato, Poste Italiane, che gestisce oltre il 70% delle identità digitali attive, mantiene il servizio gratuito. Gli utenti che non vogliono pagare il rinnovo con Aruba o InfoCert possono semplicemente decidere di non rinnovare il servizio e attivare gratuitamente un nuovo Spid con un altro gestore che non prevede costi, come appunto PosteID. In alternativa, è possibile utilizzare la Carta d’Identità Elettronica, anch’essa gratuita, che consente di accedere agli stessi servizi digitali ed è valida in tutta Europa.





