Sempre più italiani chiedono il risarcimento danni per le vacanze andate male: la soglia dei 10.000 euro “Finalmente si prende consapevolezza dei propri diritti”

Se la vacanza è andata male puoi chiedere il risarcimento per danni: fino a migliaia di euro di rimborso, sempre più italiani fanno valere i loro diritti.

L’arrivo di settembre (salvo vacanze nelle prime due settimane del mese, che comunque sta diventando un periodo sempre più gettonato per costi e anche clima gradevole) porta il ritorno alla routine e anche una riflessione sulle vacanze trascorse. Insomma, ritornati alla “normalità”, è tempo di fare bilanci.

hall hotel e insegna fatiscente
Sempre più italiani chiedono il risarcimento danni per le vacanze andate male: la soglia dei 10.000 euro “Finalmente si prende consapevolezza dei propri diritti” – viagginews.com

I mesi estivi, solitamente, ci lasciano ricordi indelebili, soprattutto se vissuti in luoghi di villeggiatura o all’estero; non sempre però le vacanze che abbiamo programmato vanno come previsto e proprio per questo dobbiamo essere consapevoli dei diritti che abbiamo.

Si può chiedere il risarcimento se una vacanza è andata male? La risposta è sì e può portare ad un rimborso di diverse migliaia di euro: se pensi di aver subito un torto, non lasciar correre e fai valere i tuoi diritti.

Quando e come chiedere il risarcimento per una vacanza andata male

Come riportato da diritto.it, il danno per la vacanza rovinata è relativo non soltanto ad una perdita di valore patrimoniale, ma anche non patrimoniale, quest’ultima relativa all’occasione persa di godere di un’occasione di relax a tutto tondo, ovvero tutto ciò che una vacanza generalmente rappresenta. Questo danno è quindi parte dei danni alla persona; le occasioni di svago e relax rientrano negli interessi non patrimoniali e sono risarcibili ai sensi dell’art. 2059 c.c.

cartina e strumenti per viaggio
Quando e come chiedere il risarcimento per una vacanza andata male – viagginews.com

Facendo affidamento su quanto dice la legge, sarebbe quindi possibile intervenire per essere risarciti in caso di vacanza rovinata, dimostrando ovviamente i fatti avvenuti. Il turista deve dimostrare che, nell’ambito della vaganza, c’è stato un adempimento della controparte, con prove che possono essere foto, video o testimonianze; in sostanza, se viene certificato che il cittadino in questione ha pagato per un tipo di vacanza e non ha potuto usufruirne, l’organizzatore del viaggio o il venditore del pacchetto turistico (o i soggetti responsabili della vacanza) potrebbero essere tenuti a risarcirlo.

In primis, è opportuno fare subito un reclamo in caso di disservizio sul posto turistico, presentandolo direttamente al tour operator (o alla struttura) via e-mail o fax; in caso di mancata risposta entro 10 giorni dal rientro dal soggiorno, va inviato il reclamo formale tramite PEC o raccomandata, indicando l’inadempimento tramite apposito modulo facilmente scovabile anche online (in relazione all’ “inadempimento e le difformità del servizio rispetto a quello promesso o pubblicizzato”).

Al reclamo formale vanno allegate tutte le prove di cui si è in possesso, per avvalorare la propria tesi e dimostrare il torto subito; se, anche in questo caso, non si ottenesse quanto voluto (il rimborso), si può procedere per vie legali attraverso esperti legali, associazioni di consumatori  o ad un arbitrato. Il danno del risarcimento viene quantificato con diversi criteri e include sia il danno morale che materiale; per ottenere il rimborso, è comunque necessario che questi superino una soglia minima di disagio e danno.

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