Se dici questa cosa (anche una volta sola) sul luogo di lavoro sei licenziato: arrivano le regole che butteranno fuori tanti lavoratori

Attenzione alle parole che usiamo quando ci rivolgiamo al datore di lavoro: le conseguenze potrebbero essere molto gravi.

La cosa diventa poi difficilmente superabile se certe cose dette al datore di lavoro si verificano davanti ad altre persone, anche fosse solo un/a collega di lavoro. Ed è proprio quello che è successo ad una dipendente.

donna in primo piano con ghigno soddisfatto e uomo disperato seduto in poltrona
Se dici questa cosa (anche una volta sola) sul luogo di lavoro sei licenziato: arrivano le regole che butteranno fuori tanti lavoratori – viagginews.com

Una parola che di per sé è già diffamante e quindi sanzionabile, ma se poi viene detta nientemeno che al tuo superiore e in un luogo pubblico, ti porta al licenziamento in tronco per giusta casa. Nel caso specifico di cui vi diamo conto, è intervenuta la Corte di Cassazione con un’ordinanza che deve fare meditare tutti coloro che ogni giorno lavorano con capi, superiori e colleghi di lavoro.

La Corte di Cassazione ha stabilito che insultare il proprio capo anche una sola volta in pubblico e in un contesto lavorativo può giustificare il licenziamento immediato per giusta causa. Nel caso specifico, una psicologa è stata licenziata dopo aver chiamato il suo responsabile “leccaculo” durante una discussione sulle ferie, davanti a una collega. Questo insulto è stato considerato non solo una mancanza di rispetto, ma un atto grave di insubordinazione.

Offende pesantemente il datore di lavoro in pubblico: le conseguenze

L’essere in un luogo pubblico e la presenza di una testimone hanno trasformato l’offesa in un’umiliazione pubblica.

superiore arrabbiato di fronte a due lavoratori in ufficio
Offende pesantemente il datore di lavoro in pubblico: le conseguenze – viagginews.com

E non è finita qui, perché la psicologa aveva già precedenti disciplinari per comportamenti simili, delineando un profilo di facilità all’ingiuria. La Cassazione ha confermato che non è necessaria una serie di comportamenti scorretti, ma basta un singolo episodio grave per il licenziamento senza preavviso, secondo quanto previsto dall’articolo 2119 del codice civile. L’insulto, soprattutto se in risposta a un ordine del superiore e in presenza di testimoni, rappresenta una forma evidente di insubordinazione che rende impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro.

La sentenza deve mettere ora in allerta qualsiasi lavoratore, perché un’offesa al datore di lavoro di fronte anche solo a una persona testimone, porta direttamente al licenziamento e di sicuro il curriculum del lavoratore non sarà dei migliori quando inizierà la ricerca di un nuovo lavoro. Non sempre è facile mantenere la calma ma sul luogo di lavoro è bene trattenere il fiato e la rabbia e sfogarsi poi al termine del turno, quando si è fuori.

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