Inquinamento microplastiche addio, scoperta la soluzione definitiva: arriva dalle profondità dell’oceano

Risolvere il problema dell’inquinamento da plastica è centrale nella lotta alla salvaguardia dell’ambiente, ma una recente scoperta potrebbe portare ad una soluzione definitiva e assolutamente naturale.

Per decenni l’umanità si è letteralmente disinteressata delle conseguenze delle proprie azioni. Lo sviluppo sociale, industriale e tecnologico ci ha consentito di raggiungere traguardi ragguardevoli e di ottenere uno stile di vita comodo, in cui tutti – chi più chi meno – hanno possibilità di guadagnare e mantenersi senza eccessive preoccupazioni o problematiche.

Persona che tiene tra le mani frammenti di plastica
Inquinamento microplastiche addio, scoperta la soluzione definitiva: arriva dalle profondità dell’oceano – viagginews.com

Questo chiaramente solo a livello puramente teorico, poiché praticamente di problematiche ne esistono parecchie e la diversificazione degli strati sociali sono un problema a cui oggi non è affiancabile una soluzione definitiva. Ma se il progresso ha migliorato le condizioni di vita di tutti a livello sociale, al contempo ha avuto un impatto deleterio sull’ambiente.

I rifiuti industriali e quelli commerciali (involucri e oggetti divenuti vecchi) sono in continuo aumento e devastano gli habitat terrestri e soprattutto marini. Il materiale più pericoloso per fiumi, mari e oceani è la plastica, poiché questa non si deteriora facilmente e tende a raggrupparsi in determinate zone.

Il risultato di decenni di smaltimento di rifiuti plastici in mare sono le garbage Island, la cui principale si chiama Great Pacific Garbage Patch, una sterminata distesa di plastica dall’estensione di 1,6 milioni di chilometri quadrati (una superfice talmente ampia da essere tre volte quella della Francia).

I funghi marini come soluzione all’inquinamento delle microplastiche in mare

La comunità scientifica lavora da tempo a possibili soluzioni che consentano di eliminare una volta per tutte queste isole di immondizia dagli oceani, ma attualmente non è stata trovata una soluzione che possa essere efficace e definitiva. Va inoltre sottolineato come la presenza di questi ammassi di plastica comporta la dispersione nei mari di microplastiche che vengono mangiate dai pesci e successivamente dalle persone che si nutrono del pescato.

Frammenti di plastica che galleggiano in mare
I funghi marini come soluzione all’inquinamento delle microplastiche in mare – viagginews.com

Una possibile soluzione a questo problema annoso è stata proposta dalla ricercatrice del Nioz Institute di Texel, Annika Vaksmaa. Tale soluzione è giunta naturalmente durante le osservazioni effettuate dalla ricercatrice in collaborazione con Matthias Egger, direttore degli Affari Ambientali di The Ocean Cleanup.

I due si sono recati in prossimità del Great Pacific Garbage Patch e si sono resi conto che una particolare specie di funghi marini che popola la zona, il Parengyodontium album, trae dalle microplastiche il principale nutrimento energetico per prosperare e proliferare. Tale scoperta apre ad uno scenario in cui questi ed altri funghi possono essere utilizzati come strumento naturale per la disgregazione e lo smaltimento dei rifiuti plastici.

Nuove ricerche in questa direzione potrebbero portare allo sviluppo di un metodo simile a quello già adottato per lo smaltimento sulla superfice terrestre, affidato ad altre specie fungine. Un simile approccio potrebbe essere molto efficace e soprattutto poco invasivo, ma affinché possa diventare uno standard sarà necessario un coordinamento globale che vede l’intervento attivo dell’ONU.

In ogni caso, la stessa ricercatrice frena l’entusiasmo e sottolinea: “Il problema dell’inquinamento da plastica non può essere risolto con un unico approccio, ma richiede una combinazione di diverse strategie”.

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