Pensioni, addio ufficiale a questa misura: da cosa sarà sostituita

Il Governo starebbe valutando l’abolizione di una forma di pensionamento anticipato: come potrebbe essere rimpiazzata.

Rimane al centro del dibattito il tema delle pensioni. Nelle ultime settimane, si è molto parlato dell’adeguamento dell’età pensionabile, dopo la pubblicazione dei dati Istat sulla speranza di vita che nel 2024 è salita a 83,4 anni, circa cinque mesi in più rispetto all’anno precedente.

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Pensioni, addio ufficiale a questa misura: da cosa sarà sostituita (Viagginews.com)

L’età pensionabile, difatti, secondo il sistema previdenziale vigente, è strettamente legato a questo indicatore ed il requisito per lasciare l’impiego dal 2027 potrebbe passare da 67 anni a 67 anni e tre mesi. Il Governo starebbe lavorando per intervenire e fermare l’adeguamento, ma questa potrebbe non essere l’unica novità. Nei prossimi mesi potrebbe sparire una forma di uscita dal lavoro.

Quota 103, il Governo valuta l’abolizione: le ipotesi al vaglio per rimpiazzarla

Già dal prossimo anno, gli italiani potrebbero definitivamente dire addio ad una forma di pensionamento anticipato. Il Governo starebbe, difatti, valutando l’abolizione di Quota 103, introdotta in via sperimentale nel 2023 e successivamente prorogata per i due anni successivi.

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Quota 103, il Governo valuta l’abolizione: le ipotesi al vaglio per rimpiazzarla (Viagginews.com)

Dopo soli tre anni di vita, dunque, questa formula potrebbe essere accantonata a partire dal 2026 per essere rimpiazzata da altri meccanismi. Quota 103 prevede l’uscita anticipata per chi ha compiuto i 62 anni di età e versato almeno 41 anni di contributi, ma è riservata ai lavoratori autonomi e dipendenti, pubblici e privati, iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria e alle sue forme esclusive e sostitutive e agli iscritti alla Gestione separata dell’Inps. Esclusi, invece, gli appartenenti al personale dipendente dalle Forze Armate, Polizia e Polizia Penitenziaria, Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza.

Per quanto riguarda l’assegno, tale meccanismo prevede il calcolo interamente contributivo del trattamento previdenziale, circostanza per cui molti lavoratori hanno deciso di non accedere a questa formula.

Stando a quanto riporta la redazione de Il Giornale, il Governo starebbe valutando nuove formule in modo da garantire la sostenibilità dei conti del sistema previdenziale. A confermarlo il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, il quale ha dichiarato che non ritiene opportuno proseguire con Quota 103, ma sarebbe, invece, necessario potenziare altri tipi di meccanismi per la pensione anticipata, come ad esempio quella che prevede l’uscita a 64 anni con un’anzianità contributiva di 20 anni, modificata dall’ultima Legge di Bilancio. La Manovra, difatti, ha permesso l’accesso anche a chi ha versato i contributi dopo il 1996.

Quota 103, stando a quanto ipotizzato al momento, potrebbe essere rimpiazzata da meccanismi sostenuti dal Tfr. Durigon, però, ha smentito l’ipotesi di un dirottamento del trattamento di fine rapporto verso i fondi pensioni, ma questo semplicemente potrebbe essere utilizzato per finanziare il pensionamento dei lavoratori.

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