A Piacenza, una leggenda che scuote tutti: un maggiordomo e quel gesto efferato.
I suoi monumenti parlano per lei. Preziose testimonianze, ancora una volta la Storia fa da padrona. Piacenza, intrisa di memoria e il suo passato lo si legge tra i tesori dislocati sul territorio come il Duomo, Palazzo Farnese oppure Palazzo Gotico. Quel profumo da preservare, la gloria dell’antichità.

Non solo. Numerosi racconti, alcuni destanti terrore. Reputata la narrazione più significativa, forse perché particolare in certi aspetti, la leggenda del maggiordomo. Suscita diverse emozioni, intrigante e inquietante allo stesso tempo. Tuttavia molti fuggono.
Una figura tenebrosa, colpevole di un terribile misfatto. Ma non è lui. Un’altra presenza a questi correlata si diverte, sovente manifestandosi. Ovunque ci si nasconda, si diventa ugualmente suo facile bersaglio. Impossibile evitarla, eccola lì.
A Piacenza tutti lo vedono: luogo (scherzosamente) infestato
Non fa così paura. Quantomeno non il malcapitato anche se, vedere un fantasma, può non costituire un’esperienza esaltante. Anzi, oltre allo spavento, risveglia persino angosce radicate nell’oscurità. Come anzidetto, in questo caso, trattasi di uno spirito più giocoso benché siano sempre dispetti.
Castello di Rivalta – borgo del Comune di Gazzola, affacciato sul fiume Trebbia e ubicato nel Piacentino. Una fortezza sontuosa, oggi adibita anche a cerimonie. Attualmente location di lusso, tra le cui mura si cela il più torbido dei segreti. Animata da molteplici leggende, una non passa inosservata.

1700. Un maggiordomo scopre il tradimento di sua moglie. L’amante? Il cuoco Giuseppe. Un attentato al proprio onore, dunque compie un omicidio uccidendo il giovane Chef. Un errore insidiare così il corpo di una dama sposata: per tal motivo ha perso la vita. Ebbene, lo spasimante non ha mai lasciato il castello.
Ancora adesso il suo spirito vaga nelle sale – sebbene il suo corpo sia stato rinvenuto nel pozzo adiacente – divertendosi a spegnere e attivare interruttori – qualcuno assicurerebbe di aver udito addirittura un rumore sordo, riconducibile a un batticarne. In merito, sono stati raccolti scioccanti aneddoti.
Per esempio, negli anni ’80, quando fu in visita la Principessa Margaret d’Inghilterra, sorella della compianta Regina Elisabetta II. Forse manifestando gaudio per un ricevimento così regale, avrebbe speso ben dieci minuti perché la Principessa impazzisse. Azionare apparecchiature, spostare oggetti, soprattutto della sua cucina.
Un modo per interagire con i visitatori seppur goliardicamente – almeno per lui. A frotte perché lo si incontri quantomeno ci si possa imbattere. I suoi giochetti diventano attrazione, alla fine fa parte dell’esperienza, dimenticandosi persino si tratti di un fantasma – fino a un certo punto dopodiché meglio fuggire di corsa.





