Si dice spesso non sia possibile prevedere un terremoto così da evitare danni gravi, ma è davvero così? La scienza ci aiuta a togliere ogni dubbio.
Gli eventi naturali, compresi quelli catastrofici, destano in noi grandi preoccupazioni, anche solo quando ci ritroviamo a vedere davanti alla Tv i danni gravi che sono in grado di provocare. In quei casi si tende a pensare di non essere mai coinvolti in prima persona, anche se la certezza assoluta non può esserci mai, specialmente quando si parla del terremoto, un fenomeno che si è verificato spesso e in diverse occasioni in numerose zone del nostro Paese.

Alcune zone della nostra Penisola effettivamente sono più soggette a questo rischio, che nel corso tempo ha distrutto intere zone e causato anche numerose vittime, per questo viene spontaneo chiedersi se davvero non sia possibile calcolare con una discreta precisione quando questo potrà avvenire in modo tale da poter evitare il peggio. Apparentemente la risposta sarebbe negativa visto che più volte ci siamo fatti trovare impreparati, ma siamo davvero sicuri che gli scienziati siano d’accordo con questa teoria?
Il terremoto fa paura: possiamo prevederlo davvero?
Il terremoto è purtroppo un fenomeno con cui siamo abituati a convivere, in alcune zone più delle altre, ma che non smette evidentemente di farci paura visto che ci sentiamo impotenti e abbiamo il timore di essere travolti dalle macerie. Le scosse, infatti, possono durare pochi minuti, ma essere devastanti anche con costruzioni che apparentemente sembravano solide, facendoci quindi perdere tutto da un momento all’altro.
Tante delle cose che accadono attorno a noi possono essere previste, come le condizioni meteo, ma lo stesso non possiamo dire del terremoto, altrimenti ci saremmo risparmiati vittime e danni milionari. Ma perché non possiamo farlo nonostante la scienza evolva? Questo accade per un principio importante: più un fenomeno è profondo (nel sottosuolo) e più sarà difficile da studiare e analizzare. Se abbiamo quindi a che fare con la profondità di troviamo di fronte a una sorta di muro quasi del tutto invalicabile.

È possibile capire dalle sue caratteristiche se una zona possa essere più soggetta a questo fenomeno, ma non riusciamo, almeno in modo preciso a comprendere quale sia il momento esatto in cui aspettarcelo. L’unica cosa su cui possiamo sbilanciarci può essere eventualmente l’intensità di un sisma sulla base di situazioni simili precedenti, ma anche questo può servirci a poco se non abbiamo modo di comprendere quando possa verificarsi.
Particolarmente utili potrebbero però essere quelli che vengono definiti i “precursori ideologici”, ovvero la variazione del livello della falda acquifera nel sottosuolo, misurata nei pozzi, uno dei segnali che tende a variare in maniera sensibile quando un territorio sta per tremare. I geofisici si stanno così provando a concentrare su questo aspetto, anche se sarebbe importante evitare di dare falsi allarmi, per questo diventa fondamentale che le ricerche nel settore siano il più precise possibili, altrimenti si finirà con il convivere con un terrore non sempre motivato. In attesa di maggiori sviluppi non resta che essere cauti e fare il possibile per puntare su costruzioni che siano più solide, anche se poco può essere fatto per chi vive in edifici stabili ma vecchi e non del tutto sicuri.





