Roma è ricca di reperti archeologici e c’è la consapevolezza che se ne potrebbero celare altri in qualsiasi angolo della città eterna, un vero e proprio tesoro nascosto a cui appartiene anche l’area archeologica sull’isola Tiberina che persino nella capitale conoscono in pochi.
Sono tante le città del mondo che meritano di essere visitate almeno una volta nella vita e che permettono di fare un’excursus peripatetico nella storia della civiltà che in queste hanno prosperato. Non è caso se le mete più ambite del mondo sono spesso città che hanno avuto una rilevanza storica come Parigi, Londra, Madrid, El Cairo, Pechino, Mosca o New York.

Ad affascinare infatti sono i palazzi antichi, i monumenti risalenti periodi storici che hanno segnato in qualche modo l’evolversi della società in cui ci troviamo oggi, solo dopo arrivano aspetti sicuramente importanti come tradizioni, cultura, folclore e gastronomia. Sarà campanilistico, ma è difficile che vi siano città che esercitino un fascino maggiore di quelle nostrane e non esiste città al mondo che possa eguagliare il fascino che suscita ancora oggi Roma.
La storia di Roma è quella dell’intero occidente, dall’epoca d’oro della Repubblica e dell’Impero di Roma dipende la formazione e l’indirizzo storico-culturale di tutto l’occidente (Gran Bretagna e di conseguenza anche Stati Uniti compresi) e di parte dell’Africa e dell’Asia, continenti distanti oggi concettualmente, ma parte di quel “Mare Nostrum” che rappresentava la concezione antica di un mondo mediterraneo che rappresentava un unicum come oggi i continenti.
L’importanza cruciale dell’Antica Roma è ancora oggi percepibile attraverso i monumenti e le strutture architettoniche dell’epoca, di cui chiaramente la città eterna è piena. I resti di quella grandezza sono andati in gran parte distrutti dal tempo e dalle guerre ma anche dalla decisione dei governanti che si sono succeduti di costruire sopra il passato.
L’attenzione per il valore storico-culturale delle costruzioni antiche è un concetto esclusivamente moderno e solo negli ultimi anni si è cercato di salvaguardare e riportare a galla e ristrutturare ciò che rappresenta un bene prezioso per l’umanità tutta. Non ha avuto questa fortuna l’area archeologica che si trova sull’isola Tiberina e che a tutt’oggi – sebbene ben nota e tutelata dal Ministero della Cultura e dalla Sovraintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – in pochi conoscono.
Il tesoro romano nascosto sotto l’isola Tiberina
L’antica tempio sito sull’isola Tiberina è stato costruito tra il 293 ed il 290 a.C. su volere del senato che contava sull’aiuto del Dio greco della medicina Ascelpio per contrastare l’insorgere di una pericolosa epidemia che aveva decimato la popolazione. La scelta del luogo secondo le leggende è stata “voluta dalla divinità stessa” poiché mentre venivano trasportati i materiali di costruzione lungo il Tevere, un serpente (simbolo insieme al bastone della medicina) utile alla cerimonia di propiziazione scappò dalla barca per nascondersi proprio sull’isola.

Per tale ragione venne scelta anche la forma a trireme del tempio dedicato alla divinità. Nei secoli a venire il tempio rimase un luogo dedicato alla cura dei malati, anche se la sua connotazione religiosa originaria venne perduta quando il Cristianesimo divenne religione ufficiale dell’Impero romano.
La costruzione originaria venne abbattuta nel 1000 d.C. per volere di Ottone III, Re dei Franchi eletto Imperatore del Sacro Romano Impero nel 996 d.C., per far posto alla Basilica di San Bartolomeo all’Isola, dove le monache hanno portato avanti la tradizione di luogo dedicato alla cura dei malati sull’isola.
Tradizione che continua ancora oggi, visto che accanto alla Basilica sorge l’ospedale FateBeneFratelli. Proprio all’interno della struttura ospedaliera c’è un’ingresso ai sotterranei in cui si trovano le rovine dell’antico tempio, già visibili nell’area d’attesa dell’ospedale. Le visite sono aperte a tutti in qualsiasi momento.





