Vuoi scoprire un borgo incantevole e che, una volta visitato, ti rimarrà nel cuore? Ecco un consiglio che ti sarà molto utile.
Tra le colline della Tuscia, in quella parte del Lazio che conserva ancora il fascino dell’Italia più autentica, si nasconde un luogo dove il tempo sembra essersi fermato: Civita di Bagnoregio.

Sospesa su uno sperone di tufo che domina una valle di calanchi argillosi, questa piccola meraviglia è conosciuta come “la città che muore”, ma chi la visita sa che, in realtà, è una città che continua a vivere nei cuori di chi la visita.
Il borgo che incanta e ammalia: Civita di Bagnoregio
Avvolta spesso da una sottile coltre di nebbia, Civita di Bagnoregio appare come un miraggio, un’isola di pietra e silenzio sospesa tra cielo e terra. Per raggiungerla, bisogna attraversare un lungo ponte pedonale che offre una vista spettacolare sui paesaggi della valle.
È un cammino lento, quasi meditativo, che prepara lo spirito all’incontro con il borgo. Una volta varcata la porta d’ingresso, ogni passo diventa un viaggio nel passato: stradine lastricate, archi medievali, case in pietra e balconi fioriti compongono un quadro di rara armonia.

Civita non è un luogo da visitare in fretta. È un borgo da assaporare con calma, lasciandosi guidare dal ritmo naturale del silenzio. I suoi pochi abitanti — meno di una decina durante l’anno — custodiscono con orgoglio un patrimonio di storia e tradizione.
La piazza principale, dominata dalla Chiesa di San Donato, è il cuore del paese: qui si tengono piccoli eventi, mercatini e feste popolari che animano il borgo senza intaccarne la serenità.
Per chi cerca una vacanza all’insegna della pace, Civita di Bagnoregio è una meta ideale. Gli alloggi, spesso ricavati in antiche dimore in pietra, offrono un’atmosfera intima e accogliente. Al tramonto, quando i visitatori giornalieri se ne vanno e il borgo torna al suo silenzio millenario, la luce dorata avvolge le mura e trasforma tutto in un dipinto vivente.
È il momento perfetto per sedersi su una terrazza panoramica, degustare un bicchiere di vino locale e lasciarsi cullare dal suono lontano del vento.
La cucina tipica
La cucina tipica della zona è un altro motivo per fermarsi: piatti semplici ma genuini, come la pasta fatta in casa con il sugo di cinghiale, le bruschette con l’olio della Tuscia e i vini rossi corposi delle colline viterbesi. Ogni sapore racconta la storia di una terra generosa e ancora autentica.
Negli ultimi anni Civita è diventata un simbolo di bellezza fragile, tanto da essere candidata a Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. La sua sopravvivenza, minacciata dall’erosione naturale, dipende da un delicato equilibrio tra turismo e tutela. Ma è proprio questa precarietà a renderla ancora più preziosa: un gioiello che insegna quanto sia importante rallentare, ascoltare e custodire ciò che ci circonda.





