È il museo egizio più grande del mondo, incorniciato dalle piramidi di Giza. Un vero e proprio capolavoro architettonico e culturale.
Ci sono voluti diversi anni per realizzare il sogno degli egiziani: rivendicare un’imponente struttura architettonica che esaltasse i loro gioielli secolari. Una storia che tutt’oggi affascina moltissimi appassionati e ispira opere letterarie e cinematografiche.

Nel 2020 è stato inaugurato persino un aeroporto, con l’obiettivo di condurre i turisti direttamente dentro il museo. A pochi giorni dall’inaugurazione, il mondo si è già innamorato del Grand Egyptiam Museum.
Tutto sul GEM, il Grand Egyptian Museum: un capolavoro architettonico
Mezzo chilometro quadrato. È questa l’ampiezza del Grand Egyptian Museum (GEM), 486mila metri quadri e un aeroporto – realizzato nel 2020 – adibito apposta per l’accesso alla struttura. Al suo interno sono conservati oltre centomila reperti che coprono più di tremila anni di storia dell’Antico Egitto. Del 7mila a.C. il pezzo più datato, accompagnato dai tesori della tomba di Tutankhamon e dalla famosa “barca solare” del faraone Cheope.

Il GEM si trova incorniciato dalle piramidi di Giza. Immaginiamo di arrivare nella regione, rimanere senza fiato di fronte a queste strutture perfette e, proprio al centro del complesso, quello che è ufficialmente il museo egizio più grande del mondo. Un investimento di oltre un miliardo di dollari, di cui 600milioni arrivano dallo storico alleato: il Giappone. Diversi ritardi causati dalla maestosità dell’opera, ma ora è tutto pronto. A poco più di 45km dal cuore del Cairo.
Il progetto è frutto della mente dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak. Il secolare museo in piazza Tahrir non era in grado di contenere tutti i gioielli storici accumulati nel corso dei secoli. Alcune aree erano già visitabili, ma la vera inaugurazione è avvenuta martedì 4 novembre, quando è stata completata la galleria dedicata a Tutankhamon. Al suo interno si entra in contatto con un excursus storico che potremmo definire completo, analizzato dal punto di vista delle varie reggenze, credenze ed evoluzioni sociali.
Mummie – persino quella di un coccodrillo antico di 4mila anni –, vasi canopi – di cui alcuni sono esposti anche nel nostro Museo Egizio di Torino –, naos – tradizionali templi in miniatura – e shabpti – statuette che fungevano da servitori per il defunto –. Il vero gioiello è però la “barca solare” di Cheope. Perfettamente conservata e datata di 4.600 mila anni. Affascinante infine il letto a baldacchino della regina Hetepheres. Anche questo di ben 5mila anni fa.





