Un borgo in Italia o un pezzo di Tibet? Entri e ti ritrovi davanti a una scacchiera gigante

Se vi venisse voglia di visitare un borgo fuori dal comune, quello tibetano potrebbe lasciarvi di stucco: dalla scacchiera enorme al rifugio spirituale.

Ti sembra di stare in Tibet, ma non hai preso un aereo; credi di avere le allucinazioni, invece no: quella scacchiera gigante è davvero davanti ai tuoi occhi, come un invito a giocare. Tutto sembra l’installazione di un museo a cielo aperto, e invece è un vecchio borgo che ha ripreso vita grazie a un progetto speciale.

Bandiera tibetana all'interno del Votigno di Canossa, borgo tibetano.
Un borgo in Italia o un pezzo di Tibet? Entri e ti ritrovi davanti a una scacchiera gigante – viagginews.com

Un’iniziativa che ha coinvolto persino il Dalai Lama in persona, che nel 1999 visitò il borgo in occasione dell’apertura del Museo del Tibet.

Oggi quel borgo c’è, è vivo, e durante eventi e iniziative accoglie centinaia di persone curiose di scoprire il mondo della spiritualità e la storia di un luogo che non solo conserva fascino, ma è riuscito a evocare l’anima del Tibet proprio nel cuore dell’Emilia. E visto che le domeniche d’autunno possono diventare molto lunghe, questa è un’idea alternativa che vale davvero la pena tenere in considerazione.

Un borgo che viaggia tra il silenzio e la spiritualità

Arrivare a Votigno di Canossa è come scivolare in un’altra dimensione. Le stradine in pietra, le porte basse, le bandierine tibetane che si muovono nel vento: tutto sembra costruito per farti rallentare. Niente negozi, niente bar rumorosi, solo il rumore dei tuoi passi e qualche gatto che ti osserva da un muretto. È uno di quei posti che o ami, o ti lascia un po’ spiazzato.

Votigno di Canossa, borgo tibetano visto dall'alto
Un borgo che viaggia tra il silenzio e la spiritualità (credit: youtube @Roberto Olgiati) – viagginews.com

Perché sì, è vero che qualcuno lo trova ‘troppo perfetto’, quasi finto dopo i restauri, ma basta andarci nel momento giusto per sentirne davvero l’atmosfera. Il segreto? Evitare i giorni feriali. Durante la settimana rischia di sembrare un set abbandonato, mentre nei weekend, soprattutto tra primavera e autunno, il borgo si riempie di persone e di piccoli eventi dedicati alla meditazione, ai suoni tibetani o alla semplice curiosità di scoprire questo angolo d’Oriente in Emilia.

Se riuscite, fate coincidere la visita con l’apertura del Museo del Tibet (di solito la domenica pomeriggio). È minuscolo ma ben curato, e regala una prospettiva autentica sulla cultura buddista. E se vi capita di passare all’ora del tramonto, fermatevi in piazza davanti alla scacchiera gigante: la luce calda che filtra tra le case in pietra crea un’atmosfera che vale più di mille foto.

Meglio portare scarpe comode – il selciato è irregolare – e ricordarsi che non è un posto ‘da consumo veloce’. Qui si va per respirare, per ascoltare, per prendersi una pausa vera. E magari per riscoprire che la calma, ogni tanto, può essere il miglior souvenir.

Gestione cookie