Ti prendi cura di un familiare? Lo Stato ti deve dei soldi – ma devi chiederli tu

Chi assiste un genitore anziano ha diritto a un aiuto economico importante, ma non lo riceverà in automatico: ecco quando spetta, come funziona e cosa sapere se sei un familiare convivente.

Non serve fare chissà che. Basta esserci. Accompagnarli alle visite, preparare i pasti, aiutare a lavarsi, tenerli d’occhio mentre riposano. Prendersi cura di un genitore, o di un parente anziano diventa spesso un lavoro a tempo pieno, anche se nessuno lo chiama così. Si fa perché si deve, e quasi mai c’è un contratto, uno stipendio, una copertura.

mano di un'anziana sopra a quella della nipote
Ti prendi cura di un familiare? Lo Stato ti deve dei soldi – ma devi chiederli tu – viagginews.com

Eppure adesso qualcosa si muove. Dal 2025, lo Stato prevede un contributo mensile fino a 850€ per chi assiste anziani non autosufficienti. Una cifra che può coprire, in tutto o in parte, il compenso di una badante. Ma la vera notizia è questa: in certi casi, quella badante può essere anche un familiare.

Attenzione però: non sempre. Serve un contratto regolare, un orario minimo settimanale e – dettaglio non da poco – non bisogna vivere nella stessa casa. Altrimenti il contributo potrebbe saltare del tutto. Insomma, un aiuto c’è, ma non bussa da solo alla porta. Bisogna sapere che esiste, e sapere come muoversi.

Bonus anziani: chi può riceverlo, e come funziona davvero

La misura è contenuta nella Legge 33/2023 e fa parte del nuovo Piano nazionale per la non autosufficienza. Dal 1° gennaio 2025, partirà in via sperimentale in alcune Regioni, e si affiancherà l’indennità di accompagnamento. Ma a differenza dell’accompagnamento classico, questo contributo extra arriva solo se c’è un’assunzione formale.

Persona che aiuta un'anziana ad alzarsi
Bonus anziani: chi può riceverlo, e come funziona davvero – viagginews.com

Servono alcuni requisiti precisi:

  • la persona assistita ha almeno 80 anni;
  • è non autosufficiente;
  • riceve già l’accompagnamento INPS;
  • ha un ISEE basso (soglie ancora da stabilire con esattezza);
  • è stata assunta una badante con contratto da almeno 25 ore a settimana.

Se tutto è in regola, lo Stato eroga fino a 850€ al mese alla persona assistita, o a chi si occupa di gestirne il contratto. Il contributo serve a coprire lo stipendio della badante. E se quella badante è, per esempio, una figlia o un parente non convivente, nessun problema: è previsto.

Diverso il caso di chi vive nella stessa casa. In quel caso, l’assunzione è possibile, ma potrebbero esserci limitazioni sull’erogazione del contributo. L’idea è evitare false assunzioni ‘di comodo’ all’interno del nucleo familiare. Ad ogni modo, lo Stato non paga direttamente il lavoratore, ma rimborsa il datore (es. il figlio o la figlia) che ha assunto una persona – anche un altro familiare – per assistere l’anziano.

Bisogna fare dunque una buona valutazione, ma è bene sapere che, sebbene attivare un contratto può sembrare complicato, i passaggi sono gestibili: contratto regolare, contributi versati, busta paga, e magari il supporto di un CAF o di un patronato per l’ISEE e la domanda.

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